Il programma di miglioramento varietale di albicocco e pesco denominato MAS.PES, iniziato presso l'Università di Bologna tra la fine degli anni '70 e gli inizi degli anni '90 del secolo scorso, ha vissuto una serie di cambiamenti, sfociati nell'attuale assetto che risale al 2003. In passato è stato finanziato, oltre che dal Mipaaf e dal CNR, anche dalla Regione Emilia-Romagna e da alcune Fondazioni Bancarie romagnole, mentre è attualmente sostenuto in larga misura da alcune organizzazioni di produttori (OO.PP.).
L'attività si svolge sotto la responsabilità scientifica dell'Università di Milano, in collaborazione con quelle di Bari, Bologna e Udine, oltre che col Polo Tecnologico di Lodi, l'azienda sperimentale ASTRA Innovazione e Sviluppo di Faenza (Ra), ed il coordinamento del CRPV di Cesena. Gli obiettivi sono mirati all'ottenimento di cultivar di albicocco e pesco per l'Emilia-Romagna, valorizzando i caratteri di adattamento ambientale (costanza produttiva e resistenza alle minime termiche), qualità dei frutti e resistenza ad alcune malattie (come la virosi Sharka nell'albicocco e nel pesco, l'oidio ed i marciumi da moniliosi nei frutti di pesco). Gli obiettivi specifici sono concordati con le OO.PP. al fine di rendere più efficiente l'ottenimento di gamme di cultivar di alto pregio.
Il programma integra tecniche tradizionali (effettuazione di incroci, allevamento in campo degli alberi e relativa selezione agronomico-pomologica) e tecniche di selezione su base genomica. Per quanto riguarda l'albicocco, nel recente passato il progetto ha fatto registrare significativi successi: basti ricordare Ninfa* e Bora®, coltivate in tutte le aree del territorio nazionale, ed entrambe adatte anche alla coltivazione protetta, ed il più recente licenziamento di Pieve* e Petra®, molto apprezzate per le pregevoli caratteristiche organolettiche dei frutti. Per il raggiungimento degli obiettivi prefissati si è fatto ricorso sia ad accessioni italiane (in particolare Portici e Reale di Imola per la qualità del frutto), sia ad accessioni Nord americane, in particolare quelle ottenute presso le stazioni di ricerca di Prosser (Stato del Washington) e di Harrow (Canada). Per il materiale dell'Università di Prosser si menziona Goldrich, mentre da Harrow proviene la serie delle cultivar che inizia con 'H', tra cui Harcot, HW408, ecc. Il materiale Nord americano è di grande interesse perché abbina la buona qualità del frutto (lento intenerimento, uniformità di maturazione, sapore) alla resistenza al PPV, virus responsabile della Sharka. Unico neo di questo materiale genetico è la scarsa o nulla auto-compatibilità biologica dei fiori, che rende spesso aleatoria la produttività. Viceversa, il materiale genetico di origine italiana è caratterizzato da piena fertilità Le due nuove cultivar derivano entrambe da incroci che assommano i pregi dei due patrimoni genetici. In Emma troviamo infatti 'sangue' di Portici, mentre in Gemma quello di Reale di Imola. Per quanto riguarda la resistenza a PPV, Emma ha come madre Bora®, coltivata su un'estensione di alcune centinaia di ettari da ormai una decina di anni (sia in Romagna, sia in Puglia e Basilicata) senza che siano mai stati segnalati casi di attacchi di PPV; inoltre, recenti e approfondite indagini fanno ritenere questa cultivar probabilmente immune al virus. Gemma® ha come padre Orange Red®, anch'essa portatrice del carattere di resistenza. Per entrambe le nuove cultivar non sono però ancora stati completati i saggi di resistenza, per cui non è ancora noto quale possa essere la loro reazione agli attacchi del virus.
Il motivo principale per cui Emma® e Gemma® vengono proposte al mercato è il fatto che abbinano a buone caratteristiche agronomiche (produttività, grazie anche alla piena fertilità fiorale e tenuta di maturazione), ottime peculiarità pomologiche (aspetto e qualità intrinseca, uniformità di maturazione), così come attestato dai saggi tramite panel test (effettuati dal laboratorio ASTRA-Innovazione e Sviluppo). Infatti, occorre tenere presente che in questa fascia di calendario che anticipa Kioto, estremamente interessante per il mercato dell'albicocca, non ci sono per ora altre cultivar che assommano tutti questi caratteri postivi, e la loro contigua epoca di maturazione si giustifica nell'ottica di una continuità di offerta di prodotto di elevato standard qualitativo A riguardo della qualità intrinseca, sono risultate entrambe nettamente superiori a Kioto*, oltre alla pezzatura (Gemma®), sia in termini di contenuto zuccherino (Gemma® in particolare), sia di gradevolezza complessiva, compresa la componente aromatica. Da notare come nei due anni di valutazione qualitativa (2011 e 2012) i risultati del panel siano stati estremamente concordanti per entrambe le cultivar. Per quanto riguarda la diffusione commerciale, è stata avviata la richiesta di 'privativa' europea per entrambe. Maggiori informazioni possono essere richieste al CRPV di Cesena.
Speciale Susino e Albicocco
Emma® e Gemma®, nuove cultivar di albicocco per l’epoca medio-precoce
Il panorama varietale si arricchisce di due nuove proposte caratterizzate da autofertilità, qualità e serbevolezza dei frutti. Si allarga il confronto con le
nuove varietà francesi e spagnole.