A metà ottobre sarà disponibile per i consumatori statunitensi di alcune grandi città della fascia Est la prima partita di mele e pere italiane. Il primo risultato concreto dell’intesa fitosanitaria, siglata a fine agosto, per l’esportazione da parte dell’Italia di questi due frutti sul mercato Usa.
Lo ha ricordato al convegno inaugurale di Macfrut 2013, Alessandro Dalpiaz, direttore di Assomela, che insieme al Cso, ha seguito la produzione destinata al mercato d’oltreoceano. Come prima sperimentazione produttiva sono stati investiti 56 ha di mele varietà Gala, Golden, GrannySmith e Fuji in Trentino-Alto Adige e 238 ha di pere Abate Fetel in Emilia-Romagna con l’obiettivo di collocare circa 1.000 t di prodotto. I primi test fitosanitari hanno dato risultati positivi in linea con le esigenze del mercato di destinazione.
«Questo accordo – ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni – apre scenari rilevanti per l’Italia e per la nostra regione, da cui proviene il 65% delle pere nazionali, per superare la flessione dei consumi interni e il calo del’export verso i mercati europei tradizionali, cioè Germania e Regno Unito».
Al termine del convegno l’assessore Rabboni ha inoltre firmato un accordo con lo stato del Delaware (Usa), rappresentato dal segretario all’agricoltura, Edwin Kee, per promuovere l’esportazione di pere Abate Fetel e di altri prodotti d’eccellenza dell’Emilia-Romagna (vino, aceti, Parmigiano Reggiano, formaggi e salumi). «Il mercato statunitense – ha affermato Rabboni – rappresenta un’occasione in particolare per i produttori emiliano-romagnoli di Abate Fetel, una varietà nuova per i consumatori Usa. Sarà perciò impegno della Regione attuare, insieme agli altri soggetti economici coinvolti, una campagna di comunicazione per farla conoscere». Molta disponibilità verso i prodotti regionali e italiani è stata manifestata da Kee che ha offerto supporto agli operatori per permessi e procedure d’ingresso per le merci e ha presentato l’esperienza del Delaware nell’import di ortofrutta dal Sud America, facendo da canale d’accesso e di distribuzione per 200milioni di consumatori tra Usa e Canada.
Sulle potenzialità del mercato statunitense per pere e mele si è soffermato anche Dalpiaz: «Negli Usa, le mele sono al 3° posto in valore nelle vendite di frutta e verdura; il consumo pro capite è di 7 kg/anno per il fresco e raddoppia per i trasformati (succhi, IV gamma ecc.). A favore di un probabile spazio di crescita della penetrazione di pere e mele anche la presenza di un’ampia comunità di origine ispanica (circa il 20% della popolazione) che nel 2050 costituirà il 30% degli abitanti e gli 8 milioni di persone di origine italiana nelle principali 10 aree metropolitane della Federazione».
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