Avocado, se è siciliano è meglio

avocado siciliano
Trapianto di giovani piante di avocado in Sicilia (foto A. Valenziani)
Esperienza e competenza di un gruppo di produttori siciliani e condizioni pedoclimatiche particolarmente favorevoli sono gli ingredienti della produzione di un frutto di qualità premium, biologico, 100% made in Italy valorizzato grazie alla collaborazione con Brio e Alce Nero

Una rete di produttori siciliani per fare arrivare sulle tavole dei consumatori la “tropicalità isolana”. Andrea Valenziani e Justyna Podlaska portano avanti un progetto di produzione agricola e commerciale di avocado siciliano. L’attuale progetto sugli avocado riunisce un gruppo di aziende produttrici distribuite tra Carlentini (Siracusa) e le pendici dell’Etna (in particolare Giarre, Santa Venerina e Fiumefreddo), per un totale di 25 ettari, di cui circa 20 già adulti e produttivi, tutti certificati in biologico. Il prodotto viene conferito alla sede “In Campagna" srl agricola che a Scordia, in provincia di Catania, ha il ruolo di coordinare la raccolta, l’offerta, il confezionamento e la distribuzione del prodotto. “In Campagna” nasce dall’esperienza dell’azienda agricola Valenziani che commercializza agrumi ed avocado da circa 15 anni ed ha sempre rivolto la sua offerta a consumatori finali e piccoli rivenditori, fino alla recente opportunità di collaborare con Brio, azienda del Gruppo Alegra specializzata nell’ortofrutta biologica che, insieme al partner Alce Nero, ha avviato nel 2023 un ambizioso progetto per sviluppare la produzione di avocado made in Italy.

L’avocado siciliano ha attraversato anni di grande fortuna commerciale, il che ha sicuramente diffuso la sua produzione senza che vi fosse una vera e propria pianificazione. La collaborazione di questo gruppo di aziende, che sta lavorando alla creazione di una propria “identità” comune, ha avuto inizio con la stagione 2023 - 2024 con l’obiettivo di realizzare un progetto di filiera efficiente e ben organizzato, fondato su principi di equità, trasparenza, tale da prevenire ed affrontare le sfide che il mercato dell’avocado siciliano ha dinanzi a sé, a causa della crescente competizione interna ed esterna.

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Avocado siciliano a marchio Alce Nero (foto A. Valenziani).

Una raccolta particolare

In Sicilia, l'avocado ha trovato il suo microclima ideale. In particolare, alle pendici dell'Etna, il terreno di origine vulcanica è drenante e ricco di microelementi essenziali per la crescita della pianta. In queste condizioni, l'avocado necessita di una concimazione limitata, con apporti mirati di sostanza organica per mantenere la fertilità del suolo. Trattandosi di una coltura relativamente recente in questa zona, le problematiche fitosanitarie sono ancora limitate. La principale e più diffusa varietà di avocado coltivata è Hass. Per favorire l’impollinazione, i produttori hanno in campo anche quantità minori di Bacon, Fuerte, Zutano, Pinkerton, Lamb Hass e Reed. Il portinnesto più utilizzato è lo Zutano, ma vengono impiegati anche portinnesti clonali, come il Duke 7. La raccolta della varietà Hass avviene generalmente da novembre a maggio, mentre le varietà a epicarpo liscio, come Bacon e Fuerte, maturano tra ottobre e gennaio.

«L’avocado è un frutto singolare dal punto di vista della raccolta, spiega Andrea Valenziani. In particolare, la varietà Hass raggiunge un buon grado di maturazione già a novembre, ma non diventa “morbido” fino a che non si separa dalla pianta. A quel punto, inizia a virare più o meno velocemente, in base alle condizioni di conservazione, fino a diventare poco consistente e cremoso, pronto per il consumo. Per ritardarne la maturazione il picciolo viene accorciato, ma non rimosso dal frutto (questo potrà farlo a casa il consumatore, se vorrà ridurre i tempi di attesa). Ma se non lo si raccoglie, ovvero finché resta attaccato al suo ramo, il frutto di avocado tende ad accrescere il suo volume e rimanere sull’albero anche fino a maggio. Per questo motivo, il prodotto viene raccolto “a scelta”, dando priorità ai frutti che hanno già preso peso, lasciando ai più piccoli il tempo di accrescersi. Ciò comporta che ad inizio campagna, c’è grande abbondanza di frutti di grosso calibro, i primi ad essere raccolti, mentre nelle fasi finali, rimangono i più piccoli, che nonostante il tempo in più, non hanno variato le loro dimensioni di molto.

A prescindere dal periodo di raccolta, arrivato in magazzino, il prodotto viene suddiviso in fasce di peso e destinato ai mercati in relazione alla domanda. Per Brio, società che commercializza il prodotto biologico del gruppo Alegra con il marchio Alce Nero, ad esempio, confezioniamo i frutti di peso compreso tra 185 e 200 g, che vengono controllati, etichettati e posti in vassoi di cartone. Mentre, i frutti di dimensioni inferiori sono destinati ad altri clienti e confezionati in vaschette da 300 g con 2 frutti.

Sulle nostre piattaforme e-commerce, sia B2B che B2C, cerchiamo invece di valorizzare un po’ tutti i calibri in formati misti, siano essi vassoi da circa 4 kg o retine da 1 o 2 kg. In questo modo creiamo sinergia tra le filiere, compensando la “rigidità” di determinati formati destinati a canali più strutturati ed evitiamo di penalizzare pezzature che hanno una qualità nutrizionale ed organolettica identica alle altre, ma che rischiano di non trovare uno sbocco commerciale. Offrendo confezioni che raccolgono più calibri abbiamo inoltre riscontrato che i nostri clienti diretti apprezzano questa “disomogeneità” trovando sempre il frutto proporzionato al loro appetito e riducendo così anche gli sprechi».

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Vaschette destinate al gruppo Brio, con il marchio Alce Nero (foto A. Valenziani)

Punti di forza di un’azienda competitiva

Negli ultimi anni, l’avocado si è sempre venduto ad un buon prezzo, senza particolari difficoltà anche grazie ad una domanda superiore all’offerta. Adesso che la situazione tende ad equilibrarsi, diventa fondamentale affiancare ad una buona produttività anche un’elevata capacità di gestione del prodotto in post raccolta, che è il prerequisito necessario per valorizzare tutti i calibri del prodotto nei giusti canali. «Sappiamo, continua Valenziani, che l’aggregazione è il modo più efficace per permettere ai singoli produttori di fare massa critica, concentrare potere contrattuale, ottimizzare i costi. Il problema è riuscire a farlo uscendo dagli schemi piramidali ed i conseguenti colli di bottiglia nei quali tipicamente inciampiamo».

“In Campagna”, che svolge il ruolo di capofila del gruppo, è una piccola azienda ben organizzata. Il suo punto di forza, oltre ai valori che la caratterizzano, è la capacità di gestire con precisione e trasparenza grandi quantità di informazioni, in maniera veloce e puntuale. L’efficienza è risparmio. Questo risparmio viene tradotto in equità, il che significa relazioni forti e durature sia all’interno del gruppo di lavoro, che nel rapporto con i fornitori. In questi termini i valori su cui si fonda “In Campagna" sono anche il principale capitale immateriale dell’azienda, e quindi del gruppo che coordina.

La comunicazione per far conoscere l’avocado siciliano

Ad oggi il lavoro di comunicazione fatto dal “capo fila” è stato sostanzialmente riservato al mercato B2C in Polonia al fine di promuovere, genericamente, l’avocado siciliano. Una volta che la rete dei produttori sarà stata formalizzata, si investirà per promuoverne i valori, la storia dei singoli partecipanti, il marchio comune.

«Le energie che fino ad oggi ho speso meglio, afferma Valenziani, sono state quelle impiegate nel costruire attorno a me un gruppo di lavoro affiatato, coeso, entusiasta e pronto a cambiare il mondo, una cassetta di frutta alla volta.

Riteniamo che la sfida che il cambiamento climatico ci pone davanti sia una delle più importanti se vogliamo che la Sicilia continui ad essere coltivabile, che si tratti di avocado, limoni o carciofi. Al di là delle scelte “macro” che globalmente andrebbero fatte, noi siciliani dobbiamo tornare a preservare l’acqua e la fertilità del suolo con il massimo impegno, così come imparammo a fare mille anni fa con le innovazioni tecniche arrivate sull’isola con i saraceni. Sebbene le colture tropicali si stiano diffondendo nel nostro territorio, la prospettiva climatica che ci attende non è quella di un clima tropicale, ma della desertificazione e non possiamo farci trovare impreparati.

Ciò che noi stiamo facendo direttamente su questo fronte è definito dall’acronimo Saia (Soluzioni Automatizzate per l’Irrigazione degli Agrumi). Si tratta di soluzioni IOT e software open source, a basso costo, che abbiamo sviluppato con risorse Europee e che cerchiamo di promuovere per diffondere l’irrigazione di precisione nel nostro circuito di aziende. Grazie a un sistema di sensori posizionati nel terreno a varie profondità e sulle condotte idriche, interconnessi tramite apposite centraline ad elettrovalvole e tele-interruttori, siamo in grado di irrigare con frequenza e precisione, anticipando e compensando (fin dove possibile) potenziali cause di stress idrico, come i picchi di calore estremo, ai quali l’avocado è molto sensibile, che hanno caratterizzato le ultime estati. Il tutto utilizzando solo la quantità di acqua strettamente necessaria».

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Il gruppo rappresenta l’anello forte del progetto (foto A. Valenziani).

Un lavoro di gruppo per l’identità del prodotto

In questa fase, il gruppo sta lavorando alla costituzione di una rete la cui identità sia in grado di valorizzare tanto la propria “sicilianità”, quanto il valore dei singoli territori, come ad esempio quello Etneo che spicca per una particolare vocazione. Sicuramente, l’obiettivo è quello di arrivare a questo traguardo come gruppo, evitando protagonismi e personalismi che spesso minacciano questo tipo di percorso e che negli ultimi anni hanno limitato questa particolare filiera. «E per andare verso l’Europa, conclude Valenziani, le parole chiave su cui dovremmo iniziare a lavorare sono sicuramente: pianificazione, organizzazione, cooperazione, visione, preparazione, competenza, efficienza, formazione, cultura d’impresa, tutela dei diritti, capacità di promuovere il territorio (e non il singolo progetto)».

Avocado, se è siciliano è meglio - Ultima modifica: 2025-03-10T11:54:19+01:00 da Sara Vitali

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