Noce: difendersi da batteriosi e necrosi apicale bruna

noce
Attraverso due visite guidate in campo a Cotignola (Ravenna) e Imola (Bologna) sono stati presentati i risultati di alcune attività per valutare l’efficacia di diversi formulati nel contenimento delle due principali avversità del noce

La batteriosi del noce, causata dal batterio gram negativo Xanthomonas arboricola pv. juglandis, e la necrosi apicale bruna (Nab), causata da un complesso di specie funginee appartenenti al genere Fusarium spp., sono tra le principali avversità che maggiormente preoccupano i nocicoltori italiani per le perdite di prodotto che possono spesso superare soglie non trascurabili.

Recentemente, durante due visite guidate tenutesi presso l’azienda agricola Zama Luigi (Cotignola, Ra) e l’azienda Cooperativa trasporti Imola (Imola, Bo), sono stati presentati i risultati di alcune attività per valutare l’efficacia di diversi formulati nel contenimento delle due principali avversità del noce. L'evento è stato organizzato da Astra innovazione e sviluppo, Consorzio agrario di Ravenna, Cuor di Noce e Terre Natura.

Come si manifestano e le possibili soluzioni

I frutti colpiti sono soggetti a cascola intensa, ma anche quando questo non accade, la malattia porta alla devalorizzazione del prodotto in fase di lavorazione.

Nella maggior parte dei casi le due malattie sono concomitanti, e la correlazione tra esse è stata messa in evidenza dal Crea. Quale dei patogeni abbia un ruolo preponderante nello sviluppo della malattia è ancora oggetto di studio. Tuttavia, si può affermare con certezza che sulle lesioni apicali causate dalla batteriosi è quasi sempre possibile isolare specie funginee appartenenti al genere Fusarium.

I sintomi possono essere aggravati dalla presenza di Alternaria alternata e Colletotrichum spp.

Gli interventi con prodotti cuprici si sono dimostrati efficaci non solo contro la batteriosi, ma anche contro la nab. Tuttavia, esistono limitazioni nell’uso che stabiliscono una soglia massima di 4 kg di rame per ettaro all’anno. Questa risulta essere una quantità inefficace per il contenimento della malattia, e per i produttori è difficile rimanere entro tale soglia.

Pertanto sono state effettuate alcune sperimentazioni in campo proposte da diverse ditte per testare l’efficacia di alcuni prodotti. Lo sforzo delle società coinvolte è stato proprio quello di dare una risposta ai produttori e fornire un’alternativa in linea con il regolamento normativo.

Prova batteriosi

Scendendo nel dettaglio della prova batteriosi, nell’azienda agricola Zama Luigi (cv Chandler, anno di impianto 2012) sono state applicate 10 tipologie di somministrazioni per un totale di 11 tesi (10 tesi trattate + 1 testimone non trattato), da inizio aprile a inizio giugno. La frequenza applicativa è stata quasi sempre settimanale, con qualche variazione nei momenti di maggiore rischio. Questi hanno coinciso con le giornate del 15 e del 16 maggio, in cui sono stati registrati 100 mm di pioggia. Il 16 maggio, inoltre, nella zona di Cotignola c’è stata una forte grandinata. Questo evento critico non ha compromesso la prosecuzione della prova, in quanto la cascola non è stata intensa, ma ha probabilmente innescato il processo infettivo in campo, confermato dall’incremento della malattia nei giorni appena successivi.

Analogamente alla prova svolta presso l'azienda Agricola Zama Luigi, anche nel noceto dell'azienda Cti Cooperativa trasporti imolese (cv Chandler, anno di impianto 2018) sono state sviluppate 11 linee applicative (10 tesi + 1 testimone non trattato). L'andamento climatico è stato simile. Tuttavia, gli eventi piovosi sono stati distribuiti in maniera più uniforme, e la grandinata ha fortunatamente risparmiato questa zona.

Frutto di noce colpito da batteriosi

I risultati

Una volta effettuati tutti i trattamenti, presso l'azienda Zama Luigi sono stati valutati i sintomi sia sulle foglie che sui frutti; questi ultimi hanno mostrato un andamento simile per tutte e 11 le tesi, a differenza delle foglie, che invece hanno manifestato differenze sintomatologiche statisticamente più rilevanti. La strategia che ha portato risultati più positivi, con un minor numero di foglie e frutti colpiti, è stata quella suggerita dalla società Almagra. La tesi ha sostanzialmente visto un’alternanza settimanale tra un prodotto che contiene un Bacillus e un Glomus (un fungo antagonista) in miscela con amminoacidi, con due formulati quali Sugarplex Cu (a base di rame e zinco) Sugarplex Reflexo, e Kocide 2000 a dose ridotta.

Nell'azienda del territorio imolese interessata dalle sperimentazioni, invece, i rilievi sono stati effettuati su 100 frutti scelti in maniera casuale, identificati con un cartellino. La tesi che ha dimostrato maggiori risultati è stata quella che ha visto l'utilizzo di Blok TE, con una percentuale di efficacia del 75,7%. Molto buona anche la tesi CRC Manica (efficacia del 65,6%), dove il prodotto è stato utilizzato con un dosaggio basso (3,3 kg di rame/ha), permettendo così di rimanere sotto la soglia dei 4 kg. Tutte le tesi, in un modo o nell’altro, si sono dimostrate efficaci rispetto al testimone.

La prova Nab, invece, è ancora in corso di svolgimento, in quanto la malattia segue un decorso diverso dalla batteriosi e ad oggi si trova al suo apice di sviluppo.

La sperimentazione prosegue, e più avanti nel tempo si potrà avere un risultato statistico valido, con differenze più apprezzabili.

Noce: difendersi da batteriosi e necrosi apicale bruna - Ultima modifica: 2024-07-17T15:12:30+02:00 da Ilaria Attadia

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