Agrion (Fondazione per la ricerca, l'innovazione e lo sviluppo tecnologico dell'agricoltura piemontese) in diverse occasioni ha condiviso i principali risultati dell'attività di ricerca in frutticoltura svolte nel corso dell’anno 2022. Di seguito si riportano le indicazioni sulle varietà più interessanti e sui patogeni da monitorare.
Melo e pero tra varietà e difesa
Varietà e portinnesti di melo e pero
Per quanto riguarda il melo, tra le numerose novità varietali le più interessanti sono Gala Fensoon* e Wildfire® Gala, cloni di Gala che hanno mostrato un significativo anticipo di maturazione di 15 giorni rispetto ai mutanti di riferimento oggi coltivati. Tra le resistenti si confermano interessanti le prime produzioni in epoca precoce di CIV M35, cultivar che matura in epoca Gala, bicolore di ottimo sapore molto dolce e aromatico. Lory® Inogo*, cultivar di origine francese Golden simile che matura qualche giorno dopo il riferimento. Per quanto riguarda i portinnesti, sono numerose le novità in sperimentazione, con particolare attenzione, oltre che alle performance vegeto-produttive (vigore ed efficienza produttiva), anche a tolleranze/resistenze alle numerose problematiche emergenti e non, come il colpo di fuoco batterico e l’afide lanigero. Tra i portinnesti si distinguono: Geneva® G11, Geneva® G41, Geneva® G213 e M200.
Per quanto riguarda il pero in Piemonte gli ettari coltivati sono 1465 di questi circa il 52% è a conduzione biologica. Tra le criticità emergenti, che possono limitare la futura diffusione della specie, Agrion segnala il Colpo di fuoco batterico. Tuttavia l’innovazione varietale mette oggi a disposizione varietà e portinnesti tolleranti a questa patologia. Tra le più interessanti vi sono Harrow Gold*, cultivar simile a William che matura una decina di giorni prima e Harovin® Sundown*, cultivar che matura in epoca Abate, molto produttiva e con ottime caratteristiche qualitative dei frutti. Anche dal fronte dei portinnesti non mancano materiali tolleranti a Erwinia amylovora come quellidella serie Farold®, caratterizzati da un vigore di poco superiore al riferimento cotogno BA29.
L’afide lanigero: strategie di difesa alternativa
L’afide lanigero (Eriosoma lanigero) del melo continua ad essere una problematica sempre più diffusa e di difficile contenimento sia per la produzione biologica che per quella integrata. Le temperature autunnali (settembre-ottobre), mediamente più elevate rispetto al passato, determinano un prolungamento dell’attività vegetativa delle piante, e dell’attività trofica del fitofago, mentre le temperature invernali, tendenzialmente più miti, ne facilitano lo svernamento in chioma e determinano un anticipo del ciclo biologico. È stato inoltre osservato come il suo limitatore naturale, l’imenottero parassitoide Aphelinus mali, arrivi nel meleto troppo tardi (da metà giugno), ovvero quando i danni sono già in parte compiuti. A questi fattori, si sommano poi la riduzione di principi attivi disponibili, le distanze d’impianto sempre più ridotte che favoriscono un ulteriore sviluppo dell’afide, e la necessità, nella più parte dei meleti, di contrastare la cimice asiatica, causando una riduzione del limitatore naturale A. mali.
L’attività sperimentale svolta da Agrion si è posta come obiettivo la valutazione dell’efficacia di strategie di difesa alternative mediante interventi autunnali localizzati al colletto, con principi attivi a ridotto impatto ambientale (es. olio minerale, ecc.) e in chioma, con sostanze attive di origine naturale ammesse in agricoltura biologica come la Beauveria bassiana (Naturalis) e l’estratto di ortica (Valesco).
I risultati relativi all’impiego dei sirfidi predatori (Episyrfus balteatus e Sphaerophoria ruppellii – società Koppert), rilasciati in un meleto biologico per il controllo di Eriosoma lanigerum, hanno evidenziato un rallentamento dell’attività del fitofago (riduzione del numero del numero e della dimensione delle colonie). Trattandosi del primo anno di sperimentazione, i risultati esposti richiedono ulteriori approfondimenti. Agrion ha presentato anche i risultati di una prova sperimentale in cui sono state messe a confronto differenti strategie di contenimento dell’afide lanigero, con insetticidi inseriti nel disciplinare di difesa integrata e posizionati con diversi timing di applicazione. I risultati hanno evidenziato una buona efficacia della tesi in cui è stata eseguita la doppia applicazione dello spirotetramat utilizzato in miscela con olio minerale.
Tutti i metodi saggiati, hanno evidenziato un’efficacia più o meno elevata nel contenimento dell’attività del fitofago, ma non un suo completo controllo. Emerge dunque la necessità di integrare tra loro i mezzi tecnici a disposizione con una razionale gestione agronomica delle piante, una corretta programmazione dei prodotti ancora disponibili e la tutela dei predatori e/o parassitoidi naturali.
Pesco, attenzione alle cocciniglie
Le novità varietali della sperimentazione sul pesco
Le sperimentazioni hanno evidenziato alcune cultivar di nettarine a polpa gialla particolarmente interessanti per le proprie caratteristiche, tra cui:
- Najireine*: caratterizzata da grossa pezzatura potenziale, aspetto attraente del frutto e sapore dolce e aromatico, con una polpa dalla giusta consistenza e tenuta. Matura 4-5 giorni prima rispetto a Big Top;
- Gea*: caratterizzata da albero di medio-scarso vigore con buona attitudine al rivestimento. Il frutto, caratterizzato da aspetto particolarmente attraente e di forma tondeggiante e regolare, presenta un sovraccolore rosso scuro, brillante e di elevata estensione. Le altre caratteristiche che la rendono una varietà interessante sono la pezzatura grossa e la buona consistenza della polpa, mediamente succosa, il sapore dolce e aromatico e l’elevata tenuta di maturazione in pianta.
- Segue di 4-5 giorni Romagna Summer*: caratterizzata da un albero di medio-elevato vigore e molto produttivo, presenta un frutto di medio grossa pezzatura, dalla forma oblunga/rotonda, e regolare e con una colorazione della buccia attraente con sovraccolore rosso brillante esteso sul 50-60% della superficie. La polpa si distingue per un’ottima consistenza e tenuta in pianta di buon sapore, tradizionale, acidulo e aromatico.
Tra le pesche a polpa gialla, invece, le varietà più interessanti emerse sono:
- Royal Summer® Zaimus*: è una pesca con produttività elevata e una pezzatura molto buona su rami di grosso calibro. Il frutto si caratterizza per un aspetto molto attraente con colore di fondo giallo chiaro e sovraccolore rosso intenso molto esteso e un sapore dolce e molto aromatico. L’albero presenta un buon equilibrio vegeto-produttivo anche se è meglio favorire una robusta impalcatura delle branche basali. Molto positivi i riscontri dal pieno campo in merito ad aspetto, pezzatura e sapore.
- Sweet Dream*: si tratta di una varietà che matura in epoca Rome Star con un albero di media vigoria e facile gestione. La produttività è elevata e la pezzatura dei frutti grossa. Il frutto presenta una forma tondeggiante-oblata e regolare e un aspetto attraente con colore di fondo giallo e sovraccolore rosso intenso di elevata estensione. La polpa è spicca, di buona consistenza e tenuta e il sapore è buono, di tipologia sub-acida.
Per quanto riguarda le pesche e le nettarine a polpa bianca, infine, si segnalano le seguenti cultivar:
- Nabby® ZAI 674: è una pesca a maturazione precoce, con un frutto di forma tondeggiante e di buona pezzatura (“A-AA”). Il frutto si caratterizza per un aspetto attraente con colore di fondo biancastro e sovraccolore rosso intenso su oltre il 90% della buccia. Il sapore è buono, dolce, mediamente aromatico e la tenuta in pianta è buona.
- In epoca Alirosada, interessanti le prime produzioni del pieno campo di Ophelia® ZAI 685: si tratta di una varietà che presenta un frutto regolare di forma tondeggiante, con pezzatura prevalente “AA-A”. L’aspetto è molto attraente e si caratterizza per un sovraccolore rosso intenso su oltre il 95% della buccia. La consistenza della polpa è media e il sapore molto dolce.
- Tra le nettarine si conferma la cultivar recentemente avviata alla sperimentazione estesa Big White® ZAI 887: il frutto è di grossa pezzatura con aspetto molto attraente e la forma regolare. La colorazione è molto intensa e diffusa ed è assente la rugginosità. La consistenza della polpa è buona e presenta un ottimo sapore, equilibrato e aromatico.
I principali fitofagi emergenti: la cocciniglia a barchetta e la farinosa
La cocciniglia a barchetta (Partenolecanium), le cui prime segnalazioni in Piemonte risalgono al 2018-2019, è un fitofago che comporta ingenti danni ai frutti, causando un’eccessiva produzione di melata che favorisce lo sviluppo di fumaggini. Le temperature minime degli ultimi inverni, sempre più elevate, hanno favorito ulteriormente la diffusione di questo fitofago, mettendo sempre più a rischio la produzione delle aziende. La Fondazione ha condotto una sperimentazione che ha evidenziato una considerevole efficacia di una miscela di olio minerale e zolfo riducendo significativamente la presenza dell'insetto in un pescheto di Bagnasco (CN) che nel 2021 aveva registrato una forte infestazione. La cocciniglia farinosa (Pseudococcus comstocki), invece, è un fitofago potenzialmente dannoso per piante ornamentali e piante da frutto come pesco, melo e vite in quanto può comportare lo sviluppo di marciumi e fumaggini nel frutto.
Le novità relativi alla sperimentazione sul susino
Dalla prova portinnesti sulla varietà Angeleno® Suplumsix* è emerso che il portinnesto più performante è il Mirabolano 29C. Per quanto riguarda invece gli altri portinnesti in prova, nel corso degli anni alcune piante innestate su Cadaman® Avimag sono collassate per probabile disaffinità d’innesto, mentre il portinnesto GF677 ha evidenziato dal 3°- 4° anno una maggior sensibilità a fitoplasmi.
Dal punto di vista varietale il 90% degli impianti in Piemonte è rappresentata dalla varietà Angeleno® Suplumsix* ma tra le varietà segnalate particolarmente interessanti vi sono:
- Tasty Sweet®: matura 2 mesi prima di Angeleno e presenta un frutto di pezzatura medio-piccola e dall'aspetto attraente con colorazione violacea su fondo bianco-verde nell’80-90% dei frutti. La polpa è di media consistenza e buon sapore, equilibrato. Da segnalare il germogliamento precoce.
- Sun Kiss*: cultivar recentemente avviata alla sperimentazione estesa che matura un mese prima di Angeleno. Il frutto è di grossa pezzatura ed è caratterizzato dalla forma tondeggiante regolare, la buccia gialla priva di sovraccolore, la polpa di buona consistenza e un sapore dolce e aromatico.
- Infine, di pari epoca Angeleno, matura Ruby Star*: si tratta di una varietà dal frutto di media pezzatura (90g), con una forma cuoriforme regolare. La polpa è di media consistenza e presenta un buon sapore, dolce e aromatico. Da verificare la sensibilità a batteriosi e fitoplasmi.
I fattori limitanti della specie vi sono fitoplasmi (European Stone Fruit Yellows, ESFY) e batteriosi (Xantomonas campestris pv. pruni), che si manifestano in modo diverso a seconda delle annate e possono compromettere percentuali significative di piante.
Le novità varietali e la difesa di ciliegio e albicocco
Le cultivar più interessanti di ciliegio
- Areko*. L’albero è di medio-elevato vigore con frutti ben distribuiti sulle branche fruttifere, caratterizzati da lungo peduncolo. La pezzatura è grossa. La polpa è di elevata consistenza e buon sapore dolce e aromatico. Media sensibilità al cracking. Matura in epoca Kordia.
- Sweet Saretta® PA5UniBo*. Matura qualche giorno dopo Areko*. Cultivar autofertile che garantisce una produttività molto elevata e costante. Il frutto è di grossa pezzatura e aspetto attraente con colorazione della buccia rosso brillante. Sapore buono dolce e aromatico. Molto consistente la polpa. Media la sensibilità a
- Royal Helen*. Prima produzione della cultivar, di pari epoca di Sweet Saretta® PA5UniBo*. L’albero è di buon vigore e di rapida entrata in produzione. La pezzatura potenziale è grossa (30-32 mm). L’aspetto è molto attraente con colorazione rosso brillante. Elevata consistenza della polpa, di ottimo sapore dolce e aromatico. Il peduncolo è di media lunghezza. I frutti sono distribuiti principalmente su mazzetti di maggio. La sensibilità al cracking è medio-elevata.
- Cerasina® Final 12.1. Matura in epoca extra-tardiva, circa una decina di giorni dopo la cultivar di riferimento Regina. Varietà autofertile con albero poco vigoroso e molto produttivo. Il frutto è cuoriforme, regolare e di grossa pezzatura. La polpa è di medio-elevata consistenza e buon sapore, dolce. Scarsa la sensibilità al cracking.
Le varietà più interessanti di albicocco
- Apribang* Regalcot®. Cultivar che matura in epoca Laycot. Autofertile. L’albero è di elevata vigoria con portamento aperto e buona attitudine al rivestimento di rami misti. Elevata e costante la produttività. Il frutto è tondeggiante e regolare. Buono il potenziale di pezzatura. Molto attraente l’aspetto: colore di fondo aranciato con sovraccolore rosso intenso esteso sul 25% della buccia, tipicamente “vellutata”. Buono il sapore, dolce e aromatico.
- Apridelice* Regalcot®. Interessanti le prime produzioni della cultivar. Matura una settimana dopo Laycot. L’albero è di media vigoria ed elevata produttività. La forma del frutto è ovata, regolare. Pezzatura media. Aspetto attraente con colore di fondo aranciato e sovraccolore rosso sul 20-30% della buccia. Polpa di buona consistenza e buon sapore dolce e molto aromatico.
- Farbela*. Si conferma in epoca tardiva. Matura pochi giorni dopo Faralia. Cultivar autofertile caratterizzata da albero di media vigoria e facile gestione. Frutto di grossa pezzatura, di forma ellittica, mediamente regolare. L’aspetto è attraente con fondo aranciato e sovraccolore rosso vivo esteso sul 15% della buccia. La polpa è di buona consistenza e sapore dolce.
Le emergenze fitosanitarie: forficula e drosophila
La Forficula per l’albicocco e la Drosophila suzukii per il ciliegio sono due problematiche determinanti e il loro contenimento è fondamentale nel garantire la necessaria sostenibilità economica alle aziende.
Per il primo anno, la forficula ha colpito anche il ciliegio, oltre che albicocco e pesco, a causa dell’anticipo del ciclo biologico dovuto alle alte temperature registrate già in primavera. Gli ultimi inverni più miti, inoltre, ne hanno favorito la sopravvivenza e, contemporaneamente, la revoca nel 2019 dell’unica esca registrata rende complicata la gestione dell’insetto. Nel 2022, Agrion ha seguito due filoni sperimentali: da una parte sono state valutate le lavorazioni dei terreni autunnali e primaverili, dall’altra sono state condotte delle prove di laboratorio su molecole registrate per altre avversità, ma che possono sortire un effetto collaterale su forficula. Alle lavorazioni del terreno, effettuate con il fine di disturbare il ciclo biologico del dermattero e diminuirne quindi la presenza in campo, è seguito un attento monitoraggio, da cui è emersa la differenza di presenza dell’insetto tra la tesi non lavorata e quella lavorata in autunno e in primavera.
La Drosophila suzukii - conosciuta anche come moscerino dei piccoli frutti - rappresenta invece il primo problema per la produzione di ciliegio. Con l’obiettivo di monitorare l’espansione di questo insetto e comprendere i periodi di maggiore rischio, negli ultimi anni Agrion ha realizzato, in collaborazione con i tecnici del coordinamento frutticolo, un monitoraggio territoriale e costante. Quest’anno si sono registrate catture più elevate e la strategia di contenimento consigliata e le reti antinsetto impiegate nella maggior parte dei terreni coltivati a ciliegi hanno consentito di limitare al minimo i danni. I prossimi passi riguarderanno il piano di lotta biologica nazionale che si sta attuando insieme al Settore Fitosanitario regionale e l’Università di Torino, attraverso l’introduzione del limitatore naturale Ganaspis brasiliensis - il parassitoide in grado di contrastare la Drosophila – per un controllo più sostenibile delle popolazioni del fitofago.