Il settore dei piccoli frutti è in continua crescita, sia come produzione, sia come richiesta di mercato. L’attuale stagione sembra essere straordinaria per le produzioni, soprattutto per i prezzi, solitamente molto elevati, probabilmente per una carenza di prodotto estero disponibile sui mercati, a causa delle restrizioni negli scambi commerciali associate al controllo del Covid-19. Ma il maggiore incremento che si sta osservando è determinato dall’espansione della coltivazione di fragola e di piccoli frutti in diversi nuovi areali e dall’applicazione di nuove tecniche di coltivazione che permettono di estendere – per la fragola e anche per lampone e mirtillo – la raccolta in ampi periodi fuori stagione.
Indubbiamente, la fragola rimane la specie più importante con un’estensione di superficie abbastanza stabile, nelle aree più importanti di coltivazione (in particolare Basilicata e Campania al Sud, Emilia-Romagna e Veneto al Nord), ma ora in ampia diffusione anche in altre regioni grazie a progetti locali (spesso Psr regionali) che ne incentivano la coltivazione mediante il trasferimento di conoscenze e tecniche. Negli ultimi anni si sta osservando un continuo aumento di interesse anche verso lampone e mirtillo, tanto da raggiungere il 22° posto nella produzione mondiale del lampone e il 14° del mirtillo. Anche altri piccoli frutti (mora, ribes e uva spina) sono in aumento, ma senza raggiungere valori troppo elevati, essendo frutti strettamente collegati al settore dolciario più che a quello del consumo fresco.
Interesse crescente
L’espansione della coltivazione dei piccoli frutti in Italia si è avviata grazie soprattutto al contributo di diverse cooperative e gruppi di produttori interessati ad aumentare la disponibilità di prodotto fresco per tutto l’anno, in particolare per lampone, mirtillo e rovo.
Come primo risultato si è avuta un’ampia diffusione nelle regioni del Sud (Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia), dove si riesce a garantire una distribuzione di prodotto fresco da novembre a maggio sui principali mercati italiani, su alcuni esteri e a molte catene della GDO. In questi areali, così come in altri Paesi mediterranei (Spagna, Grecia, Marocco, ecc.), la coltivazione di lampone e mirtillo, in particolare, sta risultando una valida alternativa alla fragola, per ridurne i volumi e soprattutto per allungare la rotazione, cosi da “riposare” i terreni, oggi sempre più difficili da sterilizzare senza l’utilizzo di prodotti chimici (vietati, come il bromuro di metile).
Il vantaggio ambientale della coltivazione di mirtillo e lampone in questi areali, almeno in termini di stanchezza del terreno, è determinato dal fatto che risulta prevalentemente in vaso-fuori suolo. Questo, a fronte di costi elevati di investimento iniziale, al momento viene abbastanza ben remunerato grazie ai prezzi ancora tendenzialmente elevati sul mercato. Nel prossimo futuro risulta, però, importante continuare a estendere la coltivazione in ambienti diversi (l’interesse sta crescendo anche in svariate regioni del Centro Italia) e con differenti cultivar, così da evitare periodi di concentrazione troppo elevata nell’offerta con le stesse caratteristiche.
Alcune problematiche
Per meglio rispondere a questa crescente richiesta di mercato, pur restando competitivi con gli altri Paesi mediterranei che stanno investendo in questi comparti, è fondamentale affrontare alcune problematiche specifiche che riguardano quest’ambito. In primo luogo, quest’anno più che mai, si è evidenziato il problema di disponibilità di manodopera capace di affrontare il difficile periodo della raccolta. Attualmente questo settore, cosi come altri, dipende quasi interamente da manodopera proveniente da altri Paesi. Al fine di una maggiore garanzia di sostenibilità e impatto sociale nazionale risulta fondamentale avviare un programma di inserimento e formazione di personale locale, capace di gestire in modo efficiente le diverse operazioni colturali e, in particolare, la raccolta che per i piccoli frutti richiede molta attenzione e precisione per garantire la migliore conservabilità e qualità dei frutti.
Qualità della produzione
È determinata dall’appropriata combinazione di scelta varietale, tecnica e di ambiente di coltivazione. Per quanto riguarda le varietà, i programmi (pubblici e privati) di miglioramento genetico attivi nel nostro Paese per la fragola permettono di soddisfare quasi interamente le esigenze della coltivazione di questo frutto negli areali del Centro e del Nord. Purtroppo le produzioni del Sud dipendono ancora molto da cultivar ottenute all’estero (Stati Uniti e Spagna) e particolarmente adatte anche ai nostri areali meridionali. In crescita è la diffusione di nuove varietà ottenute da programmi di miglioramento genetico avviato da aziende italiane.
Anche per il lampone sono disponibili diverse cultivar di elevato interesse e ottenute da programmi italiani ora ben rappresentate in diversi areali di produzione. Per il mirtillo, invece, siamo ancora quasi totalmente dipendenti da cultivar ottenute da programmi di breeding esteri, che meglio rappresentano gli standard produttivi internazionali per gli areali di coltivazione più temperati o freddi (“northern bush”) e anche per quelli più caldi e subtropicali (“southern bush”). Visto il continuo aumento dell’interesse nella coltivazione di questa specie, si auspica un incremento delle attività di ricerca di nuove cultivar che meglio possano valorizzare il nostro settore produttivo.
Vivaismo specializzato
Da un punto di vista tecnico è da sottolineare l’importanza del settore vivaistico. Per fragola e lampone, diverse aziende italiane sono in grado di fornire un’ampia offerta di piante di qualità, nelle diverse tipologie (frigo, fresca, programmata, ecc..), come richiesto dai diversi sistemi di coltivazione. Per il mirtillo, invece, spesso anche per problemi di licenze di moltiplicazione, buona parte della produzione vivaistica risulta ancora controllata da aziende straniere. Nuove varietà ottenute da programmi italiani potrebbero favorire la competitività del settore vivaistico e produttivo del mirtillo.
L’enorme espansione della coltivazione dei piccoli frutti dipende soprattutto dalle innovazioni nelle tecniche di coltivazione. Il pieno campo risulta ancora predominate, ma il fuori suolo (in vaso, in sacco, con diversi substrati) si sta diffondendo in molti areali con la finalità di ridurre problemi di terreno (stanchezza, caratteristiche chimiche come calcare e pH elevati) e di meglio programmare le produzioni fuori stagione, soprattutto in coltura protetta. In questo caso, è fondamentale disporre di strumenti e conoscenze approfondite per la corretta gestione dell’acqua e della nutrizione. Non si può pensare di fare investimenti di questo tipo senza essere in grado di gestire in modo corretto le diverse fasi di produzione.
La difesa rimane un altro fattore importante
La fragola rimane, forse, la specie più difficile, in particolare per il controllo dei patogeni del suolo (Verticillium, Phytophthora) e della pianta (botrite, oidio, antracnosi). Ma la corretta gestione delle rotazioni e l’applicazione di mezzi fisici (es. nuovi robot con lampade UV) offrono soluzioni sostenibili da un punto di vista economico e ambientale. Per quanto riguarda i parassiti, il problema della Drosophila suzukii rimane importante per le produzioni estive di fragola e, soprattutto, lampone. In questo caso, al momento, la soluzione più efficace sembra essere la copertura con reti o plastica. Il mirtillo presenta meno problemi di difesa però bisogna saper gestire meglio la problematica di adattabilità nel suolo.
Progetti europei di ricerca
Buona parte di queste problematiche sono state affrontate nel Progetto “Horizon2020- GoodBerry”, appena terminato, che ha portato alla definizione di diverse conoscenze e nuove pratiche per la gestione fisiologica della pianta, della fertirrigazione, della difesa e della qualità dei frutti, accessibili nel sito.
Tale attività continuerà con un nuovo progetto Horizon2020, appena approvato, con durata fino al 2024, denominato “BreedingValue” e che ha l’obiettivo di fornire le conoscenze e gli strumenti per l’utilizzo delle risorse genetiche e materiale di pre-breeding di fragola, lampone e mirtillo, per la creazione di nuove cultivar resilienti, adattabili a diversi areali e sistemi di coltivazione europei, e di elevata qualità sensoriale e nutrizionale per il consumatore. Questo progetto applicherà i più recenti progressi tecnici per:
a) identificare le fonti di germoplasma più appropriate per trasmettere importanti caratteri agronomici e qualitativi;
b) applicare nuovi strumenti di genotipizzazione (comprese “GWAS” e “genomic selection”) e fenotipizzazione (compresa metabolomica, analisi d’immagine, NIR) per la caratterizzazione del germoplasma, di varietà locali, di popolazioni da incrocio e selezioni avanzate;
c) identificare la base genetica dei più importanti caratteri di resilienza e di qualità dei frutti, così da favorire la selezione di nuove cultivar con elevata adattabilità a mutevoli condizioni climatiche e diversi sistemi di coltivazione;
d) sviluppare studi sulle preferenze dei consumatori dell’Ue;
e) applicare l’analisi del ciclo di vita (LCA) per valutare i benefici ecologici derivati dall’applicazione di materiali e nuove varietà resilienti;
f) generare una nuova strategia efficiente di analisi dei dati;
g) divulgare e comunicare i risultati ai breeder, ai gestori delle risorse genetiche, ai ricercatori, agli agricoltori, alle organizzazioni commerciali, ai consumatori, alle industrie alimentari, alle autorità sanitarie e alle autorità normative e legislative.