Con l’avanzare dell’autunno l’offerta si fa sempre più abbondante, la domanda tuttavia langue – il risultato del disequilibrio si riverbera nelle quotazioni, spesso in netta ed evidentissima discesa. A soffrire maggiormente è il comparto orticolo, dove si assiste a cali anche vertiginosi. Molti valori in una settimana si sono praticamente dimezzati: a partire dalle bietole (-50 cent kg), ai carciofi (in media fra le varie tipologie -15/20 cent unità) ai cavolfiori (-70 cent kg – romaneschi: -30 cent kg).
I ribassi sono quasi sempre cospicui -70 cent per i pomodori ciliegini in vaschetta; -50 cent kg di media per i sedani sia bianchi sia verdi; -40 cent kg per le tipologie di pomodoro piccadilly e per gli spinaci ricci; -25 cent kg per cicoria catalogna e melanzane ovali; -20 cent kg per cavoli cappucci, cetrioli, indivia riccia e scarola confezionate in strati, i pomodori tondi lisci a grappolo; -10 cent kg per le lattughe di tutte le tipologie oltre che per i pomodori datterini.
Per le orticole l’unico prodotto che ha fatto segnare una crescita sono le zucchine scure (+15 cent kg circa). Alla debacle del settore orticolo corrisponde una pesantezza anche per il settore frutticolo e agrumicolo. Le clementine calabresi hanno totalmente soppiantato la produzione spagnola – i prezzi, nonostante che si preveda un notevole calo della offerta stagionale (si pronostica un -30/35%), sono in calo. Ormai cessata l’offerta di satsuma. Attiva l’offerta di Navelina nazionale – anche in questo caso i prodotto italiani vanno a sostituire (parzialmente) quelli spagnoli. Sempre in calo i cachi di calibro inferiore. Stabile l’uva Italia – qualche calo per l’uva nera Paglieri (-10 cent kg), in aumento la rosate Red Globe (+10 cent kg). Bene il mercato delle pere, trainato dall’esportazione. Vivaci anche gli scambi per quanto riguarda le mele – fra tante ombre uno dei pochi aspetti positivi del mercato.