La feijoa (Acca sellowiana, sin. Feijoa sellowiana) è stata per lungo tempo considerata una pianta ornamentale.
È stata però adattata in coltivazione in diversi Paesi del mondo come Usa, Francia, Italia, Turchia, Iran, Australia e Nuova Zelanda dove la produzione supera le 800 t (Zhu, 2018). In Italia viene considerata una coltura minore, molto meno diffusa rispetto ad altre colture tropicali, la cui vendita avviene principalmente nei mercati locali o nella grande distribuzione organizzata. In Sicilia, negli ultimi anni, si sta assistendo ad una prima presenza di impianti specializzati nei territori etnei e in alcune aree litorali, con produzioni eccellenti utilizzate prevalentemente per il consumo fresco.
Le caratteristiche della pianta, dei fiori e dei frutti
È una specie appartenente alla famiglia delle Myrtaceae, originaria degli altopiani del Sud del Brasile e del Nord-Est dell’Uruguay, che vegeta e produce sia in pianura che in collina sino a 600-700 metri slm, con habitus vegetativo arbustivo cespuglioso sempreverde, a lenta crescita, ma che può raggiungere i 3-4 metri di altezza (Fig. 1).
La fioritura è scalare (30-50 giorni) e avviene in primavera. I fiori, portati dai rami dell’anno, sono molto vistosi, abbondanti e spesso raccolti in gruppi; non producono nettare, ma attirano gli impollinatori, per lo più uccelli e insetti, grazie ai petali ricchi di zuccheri (Fig. 2) (Lim, 2012). La specie è spesso auto-sterile e l’impollinazione incrociata determina un’allegagione dell’80-90%, mentre nell’auto-impollinazione tale percentuale si dimezza.
Il frutto si presenta con quattro sepali persistenti e può avere forma e peso variabile a seconda delle cultivar. La buccia è di colore verde più o meno intenso, liscia o leggermente rugosa; la polpa bianco-giallastra nella parte esterna è granulosa per la presenza di sclereidi; nella parte centrale sono presenti le logge contenenti una sostanza traslucida gelatinosa e piccoli semi reniformi. I frutti maturano da marzo ad aprile nell’emisfero australe e da fine settembre a novembre nell’emisfero boreale (Fig. 3); si caratterizzano per l’intenso profumo e per il sapore che rimanda ad un misto di fragola e ananas e vengono principalmente consumati come prodotto fresco, ma possono anche essere usati per succhi, marmellate, gelati e nello yogurt.
Caratteristiche colturali
L’areale di coltivazione della feijoa è molto più esteso di quello degli agrumi e la specie può essere coltivata con successo in tutta la fascia di coltivazione dell’olivo. La pianta viene danneggiata quando la temperatura scende oltre i 5-7°C sotto lo zero, mentre i frutti sono danneggiati intorno a -2°C. La feijoa, per il suo apparato radicale superficiale e molto ricco di capillizio, si adatta bene sia in terreni compatti, sia in quelli sciolti sviluppando nella prima tipologia di suolo un portamento più compatto, dovuto ad accrescimenti annuali ridotti, mentre nella seconda un portamento più espanso, ma condizionato anche dalla cultivar. La tipologia di suolo, invece, influenza la qualità dei frutti; infatti, nei terreni argillosi i frutti sono più dolci e con superficie liscia, mentre in quelli sabbiosi la superficie è rugosa. La specie è molto esigente in acqua nelle fasi di fioritura e allegagione, ma è sensibile ai ristagni idrici (Pugliano 1987). Il sesto d’impianto è condizionato dalla tipologia di suolo, generalmente viene utilizzata una distanza di 4 m sulla fila e 5 tra le file, con 500 piante/ha e forma di allevamento a vaso o a globo.
La raccolta dei frutti di feijoa
La raccolta a mano dei frutti a maturazione fisiologica è quella ottimale, che avviene quando si ha il distacco spontaneo dei primi frutti dai rami (“touch-picking”). Tale tecnica consiste nella leggera trazione della feijoa allo scopo di valutarne la resistenza al distacco dal ramo dove ad una minore resistenza corrisponde una maggiore maturazione del frutto. Tuttavia, questo metodo deve essere effettuato da personale addestrato e ha dei costi molto elevati, ma riduce i danni da impatto e la presenza di microlesioni sulla buccia.
Negli impianti specializzati sono utilizzati sistemi meno costosi che prevedono la raccolta dei frutti caduti spontaneamente dall’albero, o direttamente dal terreno oppure all’interno delle reti sistemate fra gli alberi, a discapito della qualità a causa della maggior presenza di danni meccanici. La presenza di tali danni causa un accelerato decadimento qualitativo della polpa e l’incremento dell’incidenza delle micopatie.
Negli ultimi anni sono state messe a punto tecniche non distruttive per la valutazione della maturazione sul singolo frutto, basate sulle modifiche della densità dei tessuti e sulla misura meccanica della consistenza mediante compressione oppure mediante le vibrazioni ottenute in risposta ad un impulso acustico. Sebbene molto promettenti nei confronti di alcune cultivar di feijoa, tali tecniche non risultano ancora altamente efficaci ed affidabili (Gaddam et al., 2004).
Cultivar e variabilità genetica
Numerose sono le cultivar di feijoa esistenti, anche se alcune non raggiungono gli standard commerciali richiesti dal mercato. Quelle maggiormente utilizzate per la realizzazione di impianti specializzati sono:
Apollo: pianta vigorosa con portamento assurgente, frutto da medio a grande, ovale con buccia sottile, liscia, verde chiaro con riflessi verde-blu. Polpa ben sviluppata, leggermente granulosa. Aroma molto piacevole e qualità eccellente. In Italia matura da ottobre a fine novembre, è auto-fertile, ma può essere impollinata da Gemini o Triumph.
Mammouth: cultivar selezionata in Nuova Zelanda che produce frutti poco uniformi per forma e pezzatura. Buccia liscia e spessa, con polpa a volte granulosa, ma qualità e aroma molto buoni. Maturazione da ottobre a novembre. Albero ad habitus assurgente, crescita vigorosa. E’ auto-incompatibile e viene impollinata da Triumph (Fig. 4a).
Triumph: selezionata in Nuova Zelanda, presenta pianta assurgente, di medio vigore e buona produzione in presenza di impollinatore (Mammoth). Ha frutto grossolano, ovale e corto, pezzatura da media a grande. Buccia rugosa con una polpa granulosa e con un buon rapporto polpa/semi. Aroma molto intenso. Matura da fine ottobre a fine novembre (Fig. 4b).
Gemini: pianta con vigore medio e portamento assurgente. Frutti di forma ovale con buccia molto liscia, sottile, verde scuro. Matura da fine settembre a metà ottobre quindi indicata nelle zone a rischio di gelate.
Unique: cultivar auto-fertile, pianta con portamento assurgente, produttiva. Frutti medio-grandi con buccia ruvida. Polpa morbida, succosa e leggermente aromatica di sapore eccellente. Buona conservabilità dei frutti.
Cresce l'interesse per la frutta esotica
La realizzazione di impianti specializzati gestiti in modo ecosostenibile con adeguate scelte varietali e con parametri qualitativi bene definiti alla raccolta consentirebbe di commercializzare un frutto con elevati standard qualitativi e nutrizionali. Negli ultimi anni, infatti, l’ampliamento dell’assortimento della frutta esotica nel comparto dell’ortofrutta ha incontrato grande interesse nel consumatore alla ricerca di nuovi sapori.
Leggi l'articolo completo nel dossier Frutticoltura mediterranea
sulla rivista di Frutticoltura n.8/2020