La produzione europea di pesche e nettarine, in questa annata, si è attestata a livelli estremamente bassi: tutti i Paesi produttori evidenziano volumi inferiori rispetto sia all’anno scorso, sia alla media del periodo 2014-18. La causa di questo drastico calo dei volumi viene identificata nella variazione climatica: un inverno non particolarmente freddo seguito da un inizio primavera caratterizzato dalle gelate di fine marzo-inizio di aprile, soprattutto nel Nord Italia, ma anche in Spagna, in particolare in Aragona e Catalogna, in Francia, nella Valle del Rodano, e in Macedonia. La produzione europea prevista è di 2,4 milioni di t (escluse le percoche) che rappresenta circa il 20% in meno rispetto allo scorso anno. In Italia, in particolare al Nord, le gelate particolarmente violente hanno danneggiato irrimediabilmente la produttività di alcuni territori, in particolare la Romagna.
Clima e calo delle superfici
Sicuramente la questione climatica ha giocato un ruolo fondamentale sull’andamento della produzione, ma un altro fattore che sta determinando il calo produttivo è la riduzione delle superfici dedicate che a oggi sono a - 5% rispetto all’anno precedente. Tale riduzione è un fenomeno peraltro già evidente da alcuni anni, e non solo in Italia, che deve essere tenuto monitorato e controllato. In un decennio si è perso oltre il 30% delle superfici.
La produzione italiana di pesche e nettarine arriverà a raggiungere la quota di 820.000 t (- 30% circa rispetto al 2019), con significative differenze tra gli areali produttivi.
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penalizzano la produzione"
Dai dati ad oggi in nostro possesso, si evince che importanti riduzioni delle quantità di prodotto disponibili si riscontreranno a partire dalla settimana n° 27 (inizio luglio), per poi prolungarsi fino alla fine di agosto, periodo in cui le produzioni del Nord e, in particolare della Romagna, esprimono il punto massimo produttivo. A metà luglio era stato commercializzato il 30% della produzione, proveniente quasi interamente dal Centro Sud del Paese in un periodo in cui la riduzione rispetto alla precedente annata non era ancora così significativa. L’incremento di prezzo è stato sicuramente molto importante e possiamo immaginare che, nel proseguimento della stagione, a fronte di una maggior riduzione della produzione, si possa registrare un andamento del prezzo decisamente migliore rispetto alle precedenti annate.
Questa specifica e particolare situazione produttiva e commerciale avrebbe potuto portare risultati economici straordinari per l’intera filiera e, in particolare, per i peschicoltori, se fosse stata gestita da una produzione strutturata in un sistema aggregato. Purtroppo, come già evidenziato in molte altre occasioni, la perdurante e talora crescente divisione che caratterizza il settore produttivo ha consentito e consentirà di sfruttare solo in parte questa opportunità. Questo fa sì che non si riescano ad ottenere risultati importanti e realmente efficaci per assicurare il futuro del comparto.
In questo quadro generale possiamo definire la campagna 2020 come straordinaria sul piano produttivo a causa delle problematiche meteorologiche, ma certamente non risolutiva della situazione del comparto per le storiche e ormai strutturate problematiche inerenti all’aggregazione del settore.
Il Progetto “Ciclone”
Come O.I., con il Comitato Pesche e Nettarine si è deciso di partecipare al GOI (Gruppo Operativo per l’Innovazione finanziato da un PSR della Regione Emilia-Romagna) che svilupperà il Progetto “Ciclone” (acronimo di Caratterizzazione organolettica e classificazione commerciale di pesche e nettarine appartenenti a linee gustative differenziate). Il Progetto, che vede la partecipazione, oltre che di Ortofrutta Italia, anche di Astra, CRPV, Nomisma e delle principali imprese produttive e commerciali del settore, ha come obiettivo principale di migliorare l’offerta per incontrare maggiormente il mercato, in modo di accrescere il consumo del prodotto.
Le attività principali sono quattro:
1) l’analisi della domanda per identificare il profilo dell’acquirente tipo, le motivazioni che lo spingono all’acquisto e il grado di soddisfazione percepita. L’indagine dovrà anche misurare le attuali potenzialità della domanda e delle sue probabili trasformazioni future;
2) differenziazione organolettica e analisi produttiva che permetterà di definire un modello di classificazione commerciale basato su precisi parametri organolettici in grado di classificare le cultivar secondo precise linee gustative, al fine di segmentare il mercato e fidelizzare il consumatore;
3) messa a punto di un protocollo tecnico di gestione della raccolta e della fase post-raccolta;
4) prove di vendita per verificare se il consumatore sia in grado di percepire tra differenti linee gustative e la reale possibilità di gestire una nuova segmentazione in vendita.
È diventato urgente migliorare il rapporto con il consumatore, conoscendo maggiormente e in modo attento le sue attitudini all’acquisto e di gusto delle varietà. Questo è fondamentale per indirizzare meglio la produzione: abbiamo la necessità di promuovere questi straordinari frutti per renderli attraenti agli occhi del consumatore che li sceglie e li compra, portando così valore (monetario) a tutta la filiera.
Nuova campagna promozionale
Un tentativo concreto in questo senso è rappresentato dalla campagna di promozione istituzionale a favore di pesche e nettarine italiane promossa dall’Organizzazione Interprofessionale, con il patrocinio e il sostegno del Mipaaf, il cui obiettivo è quello di valorizzare al massimo la produzione nazionale del comparto in un’annata così particolare, caratterizzata da quantità molto limitate. L’iniziativa di Ortofrutta Italia, a maggior ragione in una annata come questa, adotta un regolamento che prevede, fra le altre cose, il rispetto di un capitolato condiviso dagli operatori del settore in sede interprofessionale, innalzando alcuni parametri qualitativi delle pesche, dal colore alla dolcezza. Uno sforzo importante di tutta la filiera – produzione, commercio e distribuzione – che si pone a tutela innanzitutto dei produttori agricoli, ma anche dei consumatori e dell’intero comparto che sostiene un considerevole indotto.
La contingenza eccezionale di quest’anno non va certamente presa come unità di misura di una fisiologica complementarità delle produzioni nel mercato interno nazionale; servono segnali forti sulla preferenza del prodotto italiano, per la sua sicurezza, per la sua qualità e per la sua importanza economica e occupazionale. La campagna sarà dunque caratterizzata da un intervento collettivo di filiera indirizzato ai consumatori che vedrà la partecipazione dei produttori agricoli, in particolare con le loro strutture organizzate, insieme a quella delle principali catene della moderna distribuzione e dei dettaglianti specializzati, con il coinvolgimento degli operatori grossisti.
Articolo uscito su Rivista di Frutticoltura n. 6/2020