Consumi, la qualità non basta per superare il gap tra realtà e vissuto

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Tendenze, preferenze, nuove abitudini: come e dove cambia il modo di consumare frutta. I risultati 2006-2015 del Monitor Ortofrutta condensati nella monografia “Think Fresh”.

A partire dal 2006, alla vigilia della crisi economica internazionale, gli acquisti di frutta e verdure, nel complesso, hanno registrato una tendenza di lenta e costante riduzione. Intanto, nuovi stili di vita e abitudini alimentari di consumatori sempre più attenti al benessere e alla salute sembrano non riuscire ad arrestare il fenomeno, se non per specifici prodotti o in annate anomale. E cittadini più consapevoli e alla ricerca di maggiore sicurezza e qualità non trovano risposte.
Dopo dieci anni di indagini condotte dal “Monitor Ortofrutta” di Agroter, è nata così l’idea di realizzare una monografia che evidenziasse l’evoluzione dei modelli di acquisto e delle abitudini di consumo degli italiani, confrontando ciò che è accaduto realmente (ed emerso dalle rilevazioni) con quanto gli operatori hanno percepito attraverso le loro dirette testimonianze, per capire fino in fondo il “gap” fra realtà e vissuto, prima fondamentale esigenza per provare a cambiare qualcosa.
È nata così “Think Fresh – I consumi in testa”, la monografia sui consumi, una guida pronta all’uso pensata per riprogettare le strategie di mercato: oltre duemila ore di interviste commentate e rese in veste grafica in un volume di facile lettura, arricchito da una database online di approfondimento (www.monitortofrutta.it).
Valorizzata dall’analisi quantitativa dell’osservatorio sui consumi alimentari Ismea-Nielsen e dagli approfondimenti via web condotti con Toluna, la monografia ha un titolo volutamente provocatorio, per portare all’attenzione del sistema agroalimentare nazionale la necessità di cambiare modo di pensare e di agire sull’ortofrutta, ponendo i “consumi in testa”, in senso sia metaforico che reale, poiché solo attribuendo un ruolo e un valore nuovo ai prodotti ortofrutticoli si potrà svilupparne il mercato nel prossimo futuro.
Ad eccezione di biologico e frutta secca, quanto emerge da Think Fresh* non è incoraggiante: senza interventi decisi i consumi manterranno la loro apatia, con un’ulteriore progressiva banalizzazione che si tradurrà, probabilmente, nell’ennesima riduzione dei prezzi, soprattutto alla produzione. Ecco perché 400 operatori del settore, rappresentanti della produzione e delegati della grande distribuzione, si sono dati appuntamento a Firenze nel giugno scorso per cercare una chiave di lettura sul trend pregresso e trovare un percorso comune per rilanciare i consumi. Con la consapevolezza che solo una logica di filiera potrà invertire la rotta.
Frutta fresca, i conti non tornano
Non c’è spazio per le interpretazioni. I consumi di frutta e verdure calano e lo fanno con metodo da una decina di anni. Le elaborazioni del Monitor Ortofrutta non solo confermano i trend segnalati da più parti, ma analizzano il comportamento degli italiani nei confronti di frutta fresca, frutta secca e disidratata e verdure, separatamente. In particolare, il costante decremento dei consumi di frutta fresca è anche più alto tra tutte le categorie considerate. Fatto 100 il dato 2011, i volumi di frutta l’anno scorso erano già diminuiti del 7% (Fig. 1): quindi una riduzione superiore all’1% l’anno. Perfettamente in linea – purtroppo – con i dati dell’ultimo decennio.

Leggi l’articolo completo su Frutticoltura n. 9/2016 L’Edicola di Frutticoltura

Consumi, la qualità non basta per superare il gap tra realtà e vissuto - Ultima modifica: 2016-08-31T10:24:45+02:00 da Lucia Berti

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