«Le recenti difficoltà sulle vendite di frutta estiva e l’allarme generato dalla psicosi dell'Escherichia coli sugli ortaggi? Uno stimolo da cui ripartire in vista di nuovi e ancora più ambiziosi obiettivi».
Non ha esitazioni Domenico Scarpellini, presidente di Macfrut, la manifestazione dedicata all'ortofrutta che torna a Cesena da mercoledì 5 a venerdì 7 ottobre 2011 (con l'anticipazione dell'European Fruit Summit di martedì 4). Forse è banale per gli addetti ai lavori, ma è sempre utile ripeterlo, ancora di più in tempi di crisi conclamata: dopo Cina, India e Usa, i tre big della produzione mondiale di ortofrutta, arriva l'Italia che vanta anche la leadership europea.
Il 2011 è, in ogni caso, partito in salita: secondo le elaborazioni di Fruitimprese su dati Istat le esportazioni dei primi 5 mesi del 2011 si sono fermate a 1 milione e 672mila t, in perdita del 2% rispetto allo stesso periodo del 2010, ma con un avanzamento in valore del 4,5% legato solo all'impennata della frutta fresca.
Resta comunque il grande risultato del 2010: spedizioni all'estero di prodotto fresco per 3,9 miliardi di euro, di cui circa la metà in Germania e un saldo attivo della bilancia commerciale italiana di 1 miliardo e 174 milioni di euro. Un saldo che si è riportato quasi sulla vetta del miliardo e 242 milioni di euro raggiunta nel 2008, prima del pesante crollo a 555 milioni di euro accusato nel 2009.
Complessivamente, nel 2010 sono state prodotte circa 30,7 milioni di t di frutta e ortaggi, un quantitativo di poco inferiore rispetto ai 31 milioni di t raccolti nel 2009.
A fare il punto della situazione, anticipando alcuni dati flash, è la nuova edizione di Macfrut, tradizionale appuntamento con tutti gli operatori del settore per un'occasione di riflessione sulla filiera presente al completo.
A Cesena si ritroveranno quindi produttori e tecnici, compratori e trasformatori e in genere tutto il mondo che ruota intorno all'ortofrutticoltura. Macfrut sarà anche un momento strategico per rilanciare i consumi di questi alimenti necessari e preziosi per salute e benessere delle persone anche perchè, purtroppo, i consumi non crescono.
«Da qualche anno - sottolinea Scarpellini - si è cercato di stimolare l'intera filiera, per favorire nuovi modi di consumo».