Macfrut fa quaranta

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Macfrut festeggia la quarantesima edizione con il record di presenze: quasi 50mila ingressi (+29% sul 2022) che nel corso dei tre giorni hanno riempito i padiglioni della Fiera di Rimini

Consumi di frutta e verdura ai minimi degli ultimi vent'anni, concorrenza agguerrita di prodotto straniero, effetti negativi dei cambiamenti climatici e aumento delle fitopatie. Un mix che negli ultimi anni ha fatto sparire un quinto dei frutteti italiani. E, quasi come una beffa, l'alluvione che il giorno precedente all'inaugurazione ha colpito i terreni agricoli della Romagna compromettendo i raccolti di cereali ma mettendo in seria difficoltà anche gli alberi da frutto e le viti a rischio asfissia. Questo lo scenario apocalittico nel quale si è aperta a Rimini la quarantesima edizione di Macfrut.

Ortofrutta grande patrimonio economico e sociale

Per il taglio del nastro della kermesse organizzata da Cesena Fiera nel quartiere riminese di Italian exhibition group, sono arrivati da Roma il ministro dell'Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e da Bologna l'assessore regionale all'Agricoltura Alessio Mammi. «Macfrut è un evento straordinario che compie 40 anni – ha detto Lollobrigida – sono una bella data che fa scavallare nella vita e si passa a una seconda fase. Quarant'anni di successo. Un evento in costante crescita con questa edizione che si prospetta riuscitissima, vede la partecipazione di tanti imprenditori italiani e di tanti imprenditori stranieri che vengono a vendere e poi, mi dicono, comprano più di quello che vendono. Qui si genera un sistema virtuoso specie con i Paesi in via di sviluppo che vengono promuovere le loro produzioni e a comprare le nostre tecnologie. E questo dimostra che la filiera italiana è, da una parte, una filiera competitiva e di qualità ma è anche una filiera capace di organizzare un sistema che permette ad altri di crescere».

«L'ortofrutta rappresenta un grande patrimonio economico e sociale – ha confermato Mammi – e oggi più che mai serve un piano strategico che garantisca il mantenimento di produzioni di qualità e il reddito degli agricoltori, senza il quale non ci può essere sostenibilità economica e sociale. Il sistema frutticolo attraversa una fase strutturale difficile – ha continuato l'assessore – dovuta soprattutto agli effetti dei cambiamenti climatici, le fitopatie e il problema idrico. Da qui la volontà di riportare l'attenzione del governo su cinque punti per il rilancio ortofrutticolo, condivisi nella Consulta agricola regionale: difesa attiva e contrasto alle fitopatie, innovazione nei criteri assicurativi, rinnovo varietale, abbassamento del costo del lavoro, promozione sui mercati internazionali».

Inaugurazione di Macfrut 2023

Un Macfrut sempre più grande

Sono 60mila i metri quadrati di superficie della fiera (+35% rispetto allo scorso anno con due padiglioni in più), e addirittura +200% rispetto a otto anni fa. E ancora, in crescita gli espositori esteri (+50%) tanto da rappresentare il 38% del totale, a cui si aggiungono 1.500 top buyer internazionali. Un centinaio di appuntamenti nel corso dei tre giorni, i saloni tematici sulle principali tematiche del settore (Biosolutions, International Blueberry Days, Spezie ed Erbe Officinali, Pomodoro, Vivaismo), un doppio campo prova con le novità tecniche e tecnologiche del settore, la Calabria Regione partner. Non mancano le presenze internazionali con il Sud America area partner protagonista in un intero padiglione, la prima volta del Messico e dell'Arabia Saudita, un maxi stand dell'Egitto con 22 aziende, un padiglione dedicato all’Africa con 19 Paesi e il ritorno della Cina con 32 aziende prima volta a una fiera agroalimentare dopo il Covid.

Promuovere le varietà in frutticoltura

Fare sistema a livello nazionale in tutti gli ambiti della filiera, dai produttori agli enti di certificazione, arrivando al sistema dei costitutori e fino alla parte finale più vicina al mondo del consumatore, quindi la distribuzione, è la strategia per continuare nella lotta alla pirateria varietale che solo in ambito fruttifero genera un danno di circa 20 milioni di euro, valore da triplicare se si considerano tutti gli ambiti agroalimentari. Questo è quanto emerso nell’incontro “Promuovere la varietà in frutticoltura, tra attese messianiche e pirateria: un approccio realistico” all’interno di Macfrut nell’ambito del Salone del Vivaismo e dell’innovazione Varietale (Scarica l'Inserto di rivista di Frutticoltura n.4/2023).

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Quest'anno a Macfrut ha debuttato il Salone del vivaismo e dell'innovazione varietale in collaborazione con Qvi e Soi

«Oggi è quanto mai necessario un cambio di paradigma nella lotta alla pirateria varietale - spiega Daniele Bassi dell’Università di Milano -. Si deve passare da un atteggiamento meramente sanzionatorio e repressivo a uno più incentrato sulla moral suasion verso i produttori. Pagare le royalty non deve essere visto come una tassa o un freno, ma un servizio che viene dato al produttore per poter disporre di varietà più produttive, resistenti e qualitative».
Per Stefano Barbieri di Sicasov «credo che la creazione di un gruppo di lavoro nazionale con tutti gli operatori sia una delle necessità più emergenti e urgenti da fare, per trovare risposte comuni e condivise”. A livello unanime, infatti, si è riconosciuto come “l’innovazione varietale ha dei costi che devono essere equilibrati. Si fa pirateria, non a caso, su materiale che ha successo commerciale non certo su prodotti scadenti».
Walter Guerra di Csaf Laimburg ha messo in evidenza come sia «importante avere e ottenere informazioni certe e riscontrabili nella valutazione del materiale genetico e quindi della varietà. È molto importante che le valutazioni arrivino in modo indipendente. Questo anche per una tutela dal punto di vista fitosanitario e di salubrità generale. Infine, Walter Pardatscher di Vog ha messo in evidenza come «nelle strategie del futuro, magari anche per porre un freno all’illegalità in campo, una delle scommesse da vincere è quella di abbassare i prezzi di produzione a monte, dando maggiore marginalità ai coltivatori».

 

L’altro grande tema affrontato nelle tavole rotonde è stato quello delle “Nuove tecnologie a servizio dell’innovazione genetica e del comparto vivaistico”. Come emerso nell’incontro è attesa a breve, la presentazione della proposta di regolamento della commissione sulle TEA (Tecniche di evoluzione assistita), rivolta al Consiglio e al Parlamento Europeo. Al termine dell’iter legislativo, l’Europa aprirà le sue porte a piante migliorate geneticamente tramite biotecnologie non OGM necessarie per fare fronte ai cambiamenti climatici e all’uso della chimica. «Questa prospettiva, oggi omologata agli OGM dalla attuale normativa europea, la Direttiva 18/2001 - ha detto l’europarlamentare Paolo De Castro - aumenterà la qualità e la quantità dei prodotti agricoli, il reddito e soprattutto permetterà di ridurre l’uso della chimica. Speriamo che l’iter si concluda in breve tempo per offrire sostegno ai produttori ed essere più sostenibili in linea con gli obiettivi della strategia F2F».

Il mirtillo al centro di Macfrut

Un altro Salone di Macfrut ha riguardato il mirtillo, un piccolo frutto che nel giro di pochi anni è divenuto un trend di consumo sulle tavole di mezzo mondo: gli esperti indicano in 2 milioni di tonnellate il consumo globale di mirtilli entro i prossimi dieci anni, con un acquisto nella sola area europea di 860 grammi a testa entro il 2026. La produzione è in crescita in tutti i Paesi produttori su scala mondiale, spiccano in particolare Portogallo e Polonia che puntano a contendere il primato europeo alla Spagna.

A livello globale il mirtillo ha diversi punti di forza che ne sostengono le previsioni positive: andamento di produzione e consumi, disponibilità di prodotto 52 settimane l’anno, innovazione di packaging e marketing per portare al consumatore nuove occasioni di acquisto e linee premium di prodotto.

I protagonisti mondiali della filiera del frutto blu concordano comunque che lo sviluppo sarà sostenibile solo se si baserà sulla qualità, un obiettivo verso il quale tutti gli attori stanno lavorando: dai breeder per sviluppare nuove varietà fino a tutta la catena di produzione, commercializzazione e distribuzione. I consumatori di tutto il mondo continuano a dimostrare la propria passione per il mirtillo e sta al settore dimostrare che è possibile portare sulle tavole per 52 settimane un mirtillo all’altezza delle aspettative di gusto, croccantezza, aspetto visuale e salubrità.

Soluzioni per il risparmio idrico ed energetico

Tema sempre più centrale nella moderna agricoltura è quello del risparmio idrico. Le crescenti sfide socioeconomiche e climatiche pongono nuovi ostacoli all’agricoltura irrigua: se da un lato i cambiamenti climatici minacciano l’accesso a risorse irrigue sempre più scarse; dall’altro, gli incrementi nei costi energetici richiedono ulteriori sforzi economici. La ricerca e lo sviluppo in ambito agronomico, informatico ed ingegneristico hanno prodotto numerosi strumenti e soluzioni utili per agricoltori e Consorzi di bonifica.  Soluzioni per il risparmio idrico ed energetico, irrigazione e servizi ecosistemici, telecontrollo, dimostrazioni in campo. Sono alcune delle attività del rinnovato sodalizio Macfrut e Acqua Campus nell’area dinamica realizzata da Cesena Fiera, Anbi (Associazione Nazionale delle Bonifiche Italiane) e Cer (Canale Emiliano Romagnolo) dove è stato allestito in pieno campo un impianto dimostrativo coltivato ed equipaggiato con le ultime innovazioni per il risparmio idrico.

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Impianto dimostrativo coltivato ed equipaggiato con ultime innovazioni per il risparmio idrico

Una filiera sostenibile per il pomodoro

Una filiera interamente sostenibile per il pomodoro è stata tracciata da Scam nell’ambito del convegno “Pomodoro da industria: sostenibilità dal campo alla tavola” organizzato in occasione del Macfrut. Inserito all’interno dell’evento Red Planet, specifico format d’incontro sviluppato per gli attori della filiera del pomodoro che mira a sviluppare strategie per tradurre le richieste dei consumatori in concreti progetti di filiera, l’incontro ha visto la partecipazione di alcuni dei più importanti esperti del settore.

Come ha ricordato Matteo Amedei, direttore commerciale di Scam i concimi organo-minerali e i biostimolanti sono strumenti importanti per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Comunità europea. “Questi prodotti, usati razionalmente, – ha detto Amedei – valorizzano la “nutrient use efficiency”, fronteggiano gli stress abiotici delle colture e migliorano il livello quanti-qualitativo”.

Nell’occasione Luca Sandei di Ssica, Stazione sperimentale per l’industria delle conserve alimentari ha ribadito la necessità dell’industria di un prodotto sostenibile in linea con la qualità che contraddistingue il nostro made in Italy mentre Pierluigi Meriggi di Horta e coordinatore del progetto Life Agrestic ha evidenziato che la sostenibilità sul campo (è stato dimostrato attraverso una serie di prove in campo che prevedono anche l’uso dei DSS) non è più una chimera e che il trasferimento delle informazioni è legato esclusivamente alla formazione degli agricoltori.

«L’uso dei prodotti biostimolanti può migliorare notevolmente la gestione sostenibile del pomodoro da industria – ha ribadito Federica Caradonia del Dipartimento di scienze della vita di Unimore (Università di Modena e Reggio Emilia) – grazie al basso impatto ambientale e al fatto che permettono di migliorare l’efficienza d’uso dei nutrienti e la qualità delle produzioni. I nostri studi lo hanno dimostrato. Inoltre, spesso sono sviluppati a partire dalle produzioni agro-industriali».

Ha concluso l’incontro Daniele Bartolini di Scam ricordando che l’agricoltura sostenibile di qualità è da sempre nel dna della società. «In particolare, la componente organica (sostanze umiche) dei concimi – ha detto Bartolini - migliora l’assorbimento delle radici e ne velocizza l’accrescimento. Allo stesso tempo aumentano la loro dimensione e ne rallentano l’invecchiamento. Senza dimenticare che le sostanze umiche stimolano la respirazione della pianta e il processo di fotosintesi».

Grazie ai mezzi tecnici oggi disponibili gli agricoltori possono guardare alle “restrizioni” del Farm to Fork con minore preoccupazione. Oggi produrre in maniera sostenibile è possibile e la realizzazione di una filiera sostenibile per il pomodoro non è un problema insormontabile, come qualcuno ritiene, ma può rappresentare una vera e propria opportunità.
A.M.


Parte GocciaVerde

Presentata lo scorso anno, sempre al Macfrut, come una nuova importante iniziativa a garanzia della sostenibilità, la certificazione volontaria GocciaVerde sta adesso diventando una realtà.

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L'incontro sulla certificazione volontaria GocciaVerde allo stand Anbi e Cer

«È necessario riprendere un virtuoso rapporto di comunicazione con i consumatori, soprattutto per i prodotti ortofrutticoli - afferma Francesco Vincenzi, presidente Anbi -. E la certificazione GocciaVerde rappresenta un elemento di competitività, che permette all’agricoltore di essere protagonista nei processi di marketing».
Dopo circa un anno di lavoro GocciaVerde è giunta alla fase operativa grazie alla certificazione pilota di 4 aziende, 2 organizzazioni di produttori e altrettanti Consorzi di bonifica e irrigazione. Gli enti certificatori coinvolti sono Checkfruit, Csqa e Ccpb.

GocciaVerde è una certificazione privata volontaria sull’uso dell’acqua e di tutela quali-quantitativa della risorsa idrica per migliorarne la sostenibilità e aumentare la competitività delle produzioni italiane sui mercati di tutto il mondo. L’iter di certificazione richiede il rispetto di requisiti specifici e la messa in atto di azioni virtuose, che originano indicatori verificabili e misurabili, attestati da una parte terza indipendente. Un disciplinare per la valutazione della sostenibilità dei processi gestionali e produttivi, basato su indicatori in linea con i principali standard e le norme internazionali stabilisce, le regole della certificazione. Una specifica etichetta e un QR code posizionati sulle confezioni permetteranno al consumatore di controllare l'effettiva sostenibilità dei processi applicati e permetteranno l’accesso a informazioni riguardanti il processo produttivo attraverso il rimando a una pagina web, che contiene una descrizione approfondita del processo di gestione dell'acqua, valori numerici e grafici.

«I Consorzi di bonifica e irrigazione, che devono testare per primi la sostenibilità delle proprie pratiche di distribuzione irrigua e il loro valore ecosistemico rappresentano il pernocentrale nel processo di certificazione sono – aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di Anbi -. In questo modo vogliamo concretamente confermarci protagonisti di un modello di sviluppo compatibile, che abbia al centro il territorio e la sua economia».

L’uso sostenibile dell’acqua e la tutela qualitativa della risorsa idrica sono valutati rispetto a 9 criteri:

  • sostenibilità generale degli usi;
  • azioni per l’ottimizzazione degli usi idrici;
  • azioni per il controllo ed il miglioramento della qualità dell’acqua; azioni per il risparmio e la riduzione dell’impatto energetico;
  • azioni per il controllo della legalità;
  • ruolo di “facilitatore” o di “pilota” per nuove tecnologie; azioni di educazione, “training” e “capacity buildings”;
  • servizi ecosistemici ed azioni per il loro incremento e/o ripristino;
  • sostenibilità socioeconomica.

I benefici previsti riguardano:

  • adeguamento alle politiche per il clima;
  • standardizzazione delle buone pratiche di gestione e uso dell’acqua;
  • stimolo alla pianificazione di medio/lungo termine;
  • orientamento degli investimenti per la sostenibilità delle produzioni;
  • miglioramento e modernizzazione dell’agricoltura irrigua;
  • supporto alla transizione verso agricoltura 4.0;
  • possibilità benchmarking interno e di distretto;
  • creazione di data set e basi informative; supporto per le politiche dell’acqua.
    A.M.
Macfrut fa quaranta - Ultima modifica: 2023-05-08T10:40:05+02:00 da Sara Vitali

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