C’è chi lo vorrebbe più simile a Fruit Logistica, chi lo vorrebbe in un altro periodo, chi ritiene che la sede sia da rivedere, chi ha provato – senza successo – ad ereditarne ruoli e rappresentatività. Ma il Macfrut va avanti per la sua strada e, ad oggi, all’età di 35 anni, continua orgogliosamente ad essere il più importante evento espositivo del settore ortofrutticolo italiano.
I numeri dell’edizione 2018 (dal 9 all’11 maggio) li ha enunciati la stessa organizzazione fieristica: 1.100 espositori, di cui il 25% stranieri, otto padiglioni su un’area di 55mila metri quadrati (+10% sul 2017), 1.500 buyer iscritti alla piattaforma multimediale Btb (erano 1.200 l’anno scorso). Folta anche la presenza istituzionale delle Regioni: oltre al Veneto, Regione partner di quest’anno, saranno presenti Emilia-Romagna, Sicilia, Basilicata, Calabria (al debutto), Campania, Piemonte e Puglia. Undici saranno i settori espositivi, in rappresentanza di tutti gli anelli del sistema: sementi; novità vegetali e vivaismo; tecnologie di campo; mezzi tecnici; produzione, commercio e distribuzione; biologico; macchinari e tecnologie post-raccolta; materiali e imballaggi di confezionamento; quarta gamma; logistica; servizi. Ben 15mila metri quadrati saranno dedicati all’area pre-raccolta, chiamata “Macfrut Field Solution”, con tutte le principali novità di settore.
Forse proprio in questo sta la differenza e l’originalità di Macfrut: la connotazione particolare di essere una fiera di filiera unica in Europa. A Berlino e Madrid si tengono fiere di prodotto, mentre Macfrut ha l’ambizione di proporsi come il “braccio dei produttori italiani” per supportarne la visibilità, i flussi commerciali, un export sempre più ampio e competitivo. Perché dietro al prodotto ci sono tecnologia, innovazione, idee, valori ambientali e territori d’origine per i quali l’Italia non è seconda a nessuno. La vetrina dell’agroalimentare italiano oggi si chiama Macfrut!