Le misure agroambientali indicate nella strategia europea Farm to Fork mirano a una riduzione delle quantità applicate di agrofarmaci e fertilizzanti di sintesi e a un incremento delle superfici ad agricoltura biologica. Ciò dovrebbe consentire il miglioramento della qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo, l’aumento della biodiversità, la riduzione dell’emissione dei gas serra e il miglioramento della salubrità degli alimenti. Obiettivi che dovrebbero favorire nel lungo periodo anche il processo produttivo delle colture arboree da frutto grazie alla maggiore presenza di pronubi e al miglioramento della qualità del suolo e delle acque irrigue.
L'editoriale di rivista di Frutticoltura n. 8/2022
Gli impatti e le risposte del settore
È tuttavia probabile che tali misure, se non opportunamente implementate, abbiano un forte impatto sulle produzioni frutticole nazionali, soprattutto per quelle colture già segnate da una situazione di crisi dovuta al cambiamento climatico, alle emergenze fitosanitarie, alla difficoltà di reperimento di manodopera ecc. Tuttavia, alcune caratteristiche strutturali delle coltivazioni arboree dovrebbero facilitare il raggiungimento di alcuni obiettivi agro-ambientali rispetto alle colture erbacee. L’aumento della biodiversità con specie erbacee e arbustive che favoriscono predatori, parassitoidi e insetti pronubi è possibile nello spazio tra i filari, grazie alle siepi di confine e nelle aree di interesse ecologico. In aggiunta a ciò, l’aumento della qualità del frutto può consentire di mantenere la redditività della coltura anche a fronte di una lieve diminuzione delle rese. La riduzione dei fertilizzanti di sintesi in molte colture frutticole, che salvo qualche eccezione non necessitano di elevati apporti di nutrienti come i cereali, è realizzabile grazie ai sovesci di leguminose, alle micorrize, alla disponibilità di concimi e ammendanti organici, ai nuovi portinnesti e al miglioramento delle condizioni della rizosfera. Più difficoltosa sarà la gestione della difesa con quantità assai minori di agrofarmaci.
Creare e trasferire le innovazioni
Se e fino a che punto l’implementazione delle misure ambientali può mettere a rischio la sostenibilità economica delle imprese frutticole dipenderà dalla capacità del sistema di produrre e trasferire vari tipi di innovazioni.
I progressi recenti nell’elettronica e nella digitalizzazione stanno mettendo a disposizione dei coltivatori, a costi sempre più accessibili, sensori capaci di rendere più efficaci ed efficienti gli interventi colturali e la difesa, grazie al loro accoppiamento con mappe e modelli per fornire alle colture ciò che serve, quando e dove serve. Non meno importanti saranno i progressi nella meccanizzazione (robotica).
Serviranno anche innovazioni genetiche per mettere a disposizione degli imprenditori nuovi portinnesti maggiormente capaci di assorbire acqua e nutrienti dal suolo, nonché varietà resistenti a patogeni. Le specie da frutto e la vite, basate su un gran numero di genotipi, potranno trarre vantaggio in modo particolare delle nuove tecniche di miglioramento genetico, note come Nbt (sulle quali il Parlamento Europeo non ha ancora legiferato), per ottenere genotipi pressoché identici a quelli già esistenti, ma capaci di essere coltivati con successo con meno fitofarmaci.
La difesa fitosanitaria dovrà basarsi sempre più su fitofarmaci di origine naturale e avvantaggiarsi di metodi fisici di prevenzione delle infezioni.
Occorre anche ripensare al modo in cui strutturare i frutteti (innovazioni di sistema), integrando nuove conoscenze e nuovi materiali, per permettere interventi colturali e di difesa mirati e altamente efficienti. Un esempio a questo riguardo è rappresentato dai meleti pedonali, con alberi poco sviluppati in altezza e ridotti spessori della chioma, che permettono una distribuzione mirata degli agro-farmaci attraverso impianti fissi multifunzionali, adatti anche alla difesa antibrina e all’irrigazione a effetto climatizzante in estate, coperti da reti multitasking.
Saranno poi necessari nuovi modelli di business e di “governance”, un maggiore coordinamento sia a livello territoriale, sia lungo la filiera, per realizzare forme di economia circolare.
Non da ultimo, sarà importante formare una nuova generazione di tecnici e laureati preparati per poter facilitare l’introduzione e la gestione delle innovazioni nell’azienda agricola.