Pesca di Leonforte Igp, cresce la produzione e vola negli Usa

Per la pesca coltivata in sacchetto, tipica della provincia di Enna, il bilancio di produzione del 2025 è in crescita del 30%. Aperto un nuovo canale di commercializzazione negli negli Stati Uniti per il prodotto candito e sciroppato

Bella da vedere con il suo colore giallo acceso, la forma perfettamente sferica e le dimensioni importanti. Piacevole da toccare con la sua pelle vellutata. Ma anche profumata e - cosa da non sottovalutare - a maturazione tardiva che si protrae fine ad autunno inoltrato. Ma anche sostenibile, preziosa e sempre più richiesta sui mercati, anche quelli esteri.

La Pesca di Leonforte Igp è la prova tangibile che tradizione e innovazione, quando si incontrano, possono generare eccellenza.

Nel 2025 la produzione ha quasi raddoppiato i volumi commercializzati rispetto all’anno precedente passando da circa 5,4 mila quintali a poco meno di 10 mila, recuperando la riduzione causata della siccità e confermando il trend di crescita di una coltura che rappresenta un unicum nel panorama della frutticoltura italiana.

«Anche quest’anno la domanda ha superato l’offerta - racconta Domenico Di Stefano, presidente del Consorzio di Tutela, che rappresenta il 98 per cento della produzione certificata Igp -. Abbiamo consolidato i mercati europei e aperto nuove prospettive commerciali oltreoceano: la nostra pesca vola negli Stati Uniti, ma qui andrà in versione candita e sciroppata».

pesca Leonforte

Una produzione che profuma di Sicilia

La Pesca di Leonforte Igp ha “casa” nei comuni di Leonforte, Agira, Assoro, Enna e Calascibetta, nel cuore della Sicilia. Qui insistono i 150 ettari di impianti certificati, un mosaico di frutteti immersi tra colline soleggiate e microclimi ideali dove i frutti, tra maggio e giugno, quando sono ancora grossi come una noce, vengono “insacchettati” uno per uno per difenderli dai patogeni. La raccolta avviene rigorosamente a mano. Ogni albero produce in media 50 kg di pesche, ciascuna del peso di 200-250 grammi, dalla polpa bianca o gialla, sempre dolce e succosa.

La raccolta che si protrae da agosto a novembre, consente alla Pesca di Leonforte Igp di distinguersi per sapore, consistenza e longevità. È una varietà che sfida i tempi del mercato, offrendo qualità in un periodo in cui la maggior parte delle pesche italiane ha già lasciato gli scaffali.

Il segreto del sacchetto: una tecnica unica al mondo

Il tratto distintivo di questa pesca è la sua maturazione nel sacchetto. Introdotta negli anni Settanta e rimasta immutata fino a oggi, questa pratica prevede che ogni frutto venga avvolto in un sacchetto di carta pergamenata che lascia filtrare la luce del sole senza compromettere la maturazione. La tecnica – interamente manuale – protegge le pesche da insetti, piogge e patogeni, evitando l’uso di fitofarmaci e consentendo una coltivazione a basso impatto ambientale. Questo metodo rende la Pesca di Leonforte Igp un simbolo di sostenibilità agricola: una frutticoltura che rispetta la natura, tutela la biodiversità e valorizza il lavoro umano.

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Il successo dell’export: l’America scopre la pesca siciliana

Il 2025 segna un anno cruciale per la Pesca di Leonforte Igp, che oltre ai consolidati mercati di Germania e Spagna, ha aperto canali di vendita negli Stati Uniti, grazie alla partecipazione al Summer Fancy Food di New York in collaborazione con la Regione Siciliana.

“Abbiamo trasformato i contatti in commesse”, sottolinea Di Stefano. “La Pesca di Leonforte Igp - spiega - sarà degustata oltreoceano in versione candita e sciroppata. È un passo decisivo verso l’internazionalizzazione della nostra filiera”.

Naturalmente Leonforte e azienda Samperi

A sostenere la crescita del comparto ci sono aziende che hanno saputo coniugare artigianalità e innovazione. “Naturalmente Leonforte”, fondata da giovani produttori locali, è oggi una delle realtà più dinamiche del territorio. Con impianti certificati e processi rispettosi dell’ambiente, l’azienda ha puntato sulla diversificazione di prodotto, affiancando alla pesca fresca una linea di confetture e pesche sciroppate (non pelate) a cui vengono destinati i calibri inferiori o eccessivamente grandi e i frutti scartati per la presenza di qualche difetto estetico troppo evidente. La loro strategia è chiara: valorizzare il territorio partendo dal frutto simbolo della nostra identità.

Accanto a loro, l’azienda agricola Samperi è l’unica aderente al Consorzio di tutela che produce in biologico. Situata ai piedi dei monti Erei gode della presenza di una ricca sorgente per l’irrigazione e di un microclima ideale che consente il facile controllo dei funghi patogeni. E se per controllare i danni della mosca basta il sacchetto e per quello della tignola (Anarsia lineatella) lo Spinosad, “rimane il problema degli afidi”, ammette Giovanni Trovati, seconda generazione della famiglia che alla coltivazione della pesca insacchettata in bio dagli anni ‘90, custodendo un sapere agricolo che è diventato marchio di garanzia.

Un frutto per tutte le stagioni (e per tutte le cucine)

La Pesca di Leonforte Igp è un ingrediente versatile, sempre più utilizzato nell’industria dolciaria e nella pasticceria di alta gamma. Recente è la collaborazione con la Fiasconaro di Castelbuono (PA) già presente sul mercato Usa che l’ha utilizzata cubettata e candita per l’ultima edizione della colomba e che la riproporrà in una linea di panettoni per il prossimo Natale.

Presto sul mercato sarà presente nel versione candita simile ai marron glacè. L’azienda Agrimontana ha già testato con successo il prototipo dell’innovativo prodotto e ha deciso di passare alla fase operativa.

La sua polpa aromatica conquista anche gli chef, che la propongono in abbinamento a formaggi, carni bianche e piatti creativi dal gusto mediterraneo.

Le prospettive per la Pesca di Leonforte Igp

I produttori della Pesca di Leonforte Igp sono appena una ventina. Ma la loro forza risiede nella coesione e nella condivisione. Cosa che permette loro di spuntare davvero prezzi interessanti. Nel 2025, infatti, il minimo concordato tra i soci è stato di 2,40 euro/Kg franco magazzino a fronte di costi di produzione e condizionamento di 1,30 - 1,40 euro al chilogrammo. Con margini, dunque, che - per stessa ammissione degli agricoltori - permettono a una famiglia coltivatrice di vivere di agricoltura con solo due ettari di pescheto. Ecco perché si pensa ad espandere le superfici. Ma a frenare l’espansione intervengono due fattori limitanti: l’acqua e la manodopera. La prima sempre in minore quantità per via dei mutamenti climatici, la seconda praticamente introvabile nei paesi dell’entroterra siciliano che si stanno spopolando.

Pesca di Leonforte Igp, cresce la produzione e vola negli Usa - Ultima modifica: 2025-12-01T15:21:54+01:00 da Sara Vitali

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