Per il settore agricolo, l’acqua costituisce un elemento determinante in termini quantitativi e qualitativi, soprattutto nelle regioni meridionali dove la maggior parte delle colture attualmente praticate risultano possibili solo grazie al supporto dell’irrigazione.
In Italia, considerato un Paese potenzialmente ricco di risorse idriche, la natura del territorio, la difforme distribuzione delle precipitazioni tra contesti geografici, la conseguente irregolarità dei deflussi superficiali e lo stato infrastrutturale delle reti di distribuzione non consentono di utilizzare appieno le risorse potenzialmente disponibili. Ulteriori difficoltà per gli approvvigionamenti idrici derivano dai sempre più frequenti estremi termici e periodi siccitosi che nel corso degli ultimi anni hanno interessato vaste aree del nostro Paese, in particolare del Sud Italia.
La massimizzazione delle rese frutticole con input idrici minimi (attraverso l’incremento dell’efficienza d’uso dell’acqua da parte della pianta) assume quindi un'importanza fondamentale nei climi semi-aridi delle aree Mediterranee meridionali. L’uso congiunto dell’irrigazione localizzata (microportata di superficie e subterranea) e di strategie irrigue in deficit rappresenta uno strumento promettente e, in alcune aree, imprescindibile.
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Tre strategie di irrigazione su arancio Valencia
Come è ben noto, le piante che crescono in condizioni di deficit idrico riescono fino a un certo punto a mantenere il turgore cellulare chiudendo gli stomi. Tuttavia, la totale chiusura degli stomi per tempi anche brevi ma durante periodi medio-lunghi pregiudica l’assimilazione della CO2 e può ridurre il supporto strutturale ed energetico per la crescita. Tra le strategie di irrigazione in deficit riscontriamo il deficit idrico continuo (Sustained Deficit Irrigation, SDI), il deficit idrico controllato (Regulated Deficit Irrigation, RDI) e l’irrigazione di una porzione della zona radicale (Partial Root-zone Drying, PRD).
Al fine di testare l’efficacia del Partial Root-zone Drying, PRD su arancio, sono state condotte prove sperimentali pluriennali durante le stagioni produttive dal 2007 al 2012 in un appezzamento sperimentale del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università degli Studi di Palermo (30.06N, 13.21E, e 31 m s.l.m.). Sono stati utilizzati alberi adulti di arancio dolce (Citrus sinensis, cv Valencia) innestati su arancio amaro (Citrus aurantium) impiantati in un sesto di 4 x 4 m e allevati a globo con chioma a 80 cm da terra.

Sono state messe a confronto tre tesi:
- irrigazione convenzionale (CI), volta a restituire il 100% dell’evapotraspirazione colturale;
- irrigazione PRD che apportava il 50% dell’acqua di CI solo su un lato (alternato) della zona radicale;
- Irrigazione in deficit (DI) che apportava il 50% di acqua di CI sull'intera zona radicale.
Cosa si è osservato
Nei cinque anni di osservazione il deficit idrico integrato della foglia è aumentato del 12% nella tesi PRD e del 29% nella tesi DI, mentre la conduttanza stomatica è stata ridotta del 24% nella tesi PRD e del 26% nella tesi DI.
Le produzioni medie hanno subito diminuzioni simili di circa il 17% nelle due tesi irrigue in deficit, mostrando però un maggior numero di frutti ma più piccoli in DI, meno frutti ma più grossi in PRD.
La resa in succo è diminuita del 7% circa solo in risposta a DI, mentre le produzioni di succo per unità di acqua irrigua erogata di PRD (+80%) e DI (+67%) sono risultate molto più efficienti rispetto alla tesi di controllo.
La qualità interna dei frutti di ‘Valencia’ è stata migliorata sia in termini di solidi solubili totali (+4%) che di acidità titolabile (+7%) in entrambe le tesi di deficit in egual misura, ma anche di carotenoidi (+11% in PRD e +23% in DI) e di vitamina C (+2,5% in PRD e +5,5% in DI).
Da valutare l’applicazione su altre cultivar di arancio
Queste indagini suggeriscono che la tecnica PRD può essere applicata su aranceti della cultivar Valencia e nelle condizioni climatiche della zona sperimentale, senza impatti drastici sulle rese e con alcuni miglioramenti della qualità dei frutti. Questi ultimi insieme al notevole risparmio di acqua irrigua (>50%) rendono la tecnica PRD particolarmente efficiente in termini di produzione di succo, obiettivo primario della coltivazione dell’arancio ‘Valencia’.
Rimane tuttavia da determinare se questa tecnica irrigua, oltre a migliorare l'efficienza di uso dell'acqua degli alberi di arancio ‘Valencia’, possa essere allargata anche ad altre cultivar di arancio che hanno un ciclo di sviluppo del frutto più breve e che destinano la produzione dei frutti al consumo fresco.
Inoltre, occorrerà esaminare attentamente il bilancio economico complessivo derivante dall'adozione di tale tecnica, considerando attentamente anche l'impatto specifico che gli input idrici esterni possono avere sull'ambiente e sull'economia a livello locale.
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