La filiera del ciliegio sta attraversando un periodo di grande innovazione in tutte le componenti del processo produttivo e della commercializzazione, compreso il consumo che si sta espandendo in nuovi paesi e in nuovi segmenti per una alimentazione salubre e gustosa. È in corso una vera e propria rivoluzione degli impianti, non solo per le nuove varietà disponibili a frutto grosso, dolce, aromatico, resistente alle manipolazioni con elevata durezza e conservabilità, ma anche per i nuovi portinnesti a vigoria controllata e per nuove forme di allevamento in parete e meccanizzazione di precisione, per la difesa della coltura e dei frutti con approccio multifunzionale. Infine confezionamento e conservazione oggi si avvantaggiano di nuovi macchinari e conoscenze di fisiologia che consentono periodi di commercializzazione anche superiori a 30 giorni.
Il Simposio Internazionale del ciliegio
A Rimini, il 4 maggio 2022 al Macfrut, le più importanti innovazioni della filiera cerasicola saranno presentate dai principali esperti mondiali di ciliegio, in occasione dell’International Cherry Symposium.
Il Simposio internazionale del ciliegio è organizzato dalle Università di Bologna, Modena e Reggio Emilia e Politecnica delle Marche, in collaborazione con Macfrut e il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana, Accademia Nazionale di Agricoltura, Camera di Commercio della Romagna, Collegio Nazionale degli Agronomi, Collegio Nazionale Periti Agrari e Periti Agrari laureati.
Cerasicoltura in crescita, trainata dall’export
Il programma del simposio è molto ricco, comincerà Desmond O’Rourke, presidente di Belrose Inc., Pullman, USA e analista di mercato, con i dati sull’aumento globale delle esportazioni di ciliegie verso nuovi mercati e fuori stagione, che traina la tendenza all’aumento delle superfici coltivate nei pochi paesi vocati all’esportazione. Mentre la produzione complessiva non risulta in crescita per i mercati interni più tradizionali. Cosa ci si deve aspettare nei prossimi anni: un ulteriore aumento delle superfici coltivate e l’espansione del comparto cerasicolo, oppure il comparto ha già saturato la domanda e ci si rivolge solo a specifici mercati? Quale peso avranno gli aumenti di produzione di pochi paesi leader sull’andamento dei prezzi e come si potrà gestire l’equilibrio fra mercati interni e internazionali in funzione degli ultimi tremendi scossoni alla globalizzazione? Domande aperte a cui l’esperienza e l’analisi di O’Rourke cercherà di dare risposte concrete per programmare le prossime attività della filiera ciliegio.
Sostenibilità dei nuovi investimenti
Decidere nuove piantagioni di ciliegio, non è solo un problema di mercato ma anche di costi. Alla luce delle elaborazioni economico-finanziarie sviluppate sui nuovi impianti di ciliegio in Italia, Rino Ghelfi e Alessandro Palmieri del Dipartimento di Scienze a Tecnologie agro-alimentari di Bologna, cercheranno di individuare quale tipologia di impianto a diversa densità e intensità di tecnologia risulti più favorevole in termini economici sulla base dei prezzi degli ultimi anni. Quali elementi sono fondamentali per il successo economico dell’impianto? E quali innovazioni tecnologiche sono necessarie per superare l’attuale difficoltà delle aziende frutticole a far quadrare i conti? Fino a che punto spingere la densità d’impianto, le tecniche di copertura, il rinnovo varietale, la gestione tecnologica del ceraseto? I conti di Ghelfi e Palmieri forniranno alcune delle risposte, ma con qualche sorpresa.
Genetica e genomica: le nuove frontiere del breeding
La crescente domanda di nuove varietà di ciliegio che combinano un’alta qualità dei frutti e l’adattamento a fattori ambientali e di coltivazione richiede che il miglioramento genetico riduca i tempi per il rilascio delle novità. Per questo sono necessari strumenti e metodologie moderne per accelerare il progresso e l’ottimizzazione degli schemi di selezione. Di questo parlerà José Quero-García e il suo gruppo INRAE, Bordeaux, UMR Biologie du Fruit et Pathologie (Francia). L’avvento delle tecniche di biologia molecolare che hanno permesso l’esplorazione della variabilità a livello del DNA o del genoma sono in grado di accelerare la caratterizzazione delle risorse genetiche e lo studio del determinismo genetico dei principali tratti agronomici di interesse fino al rapido rilascio di nuove varietà? Quero-García darà i principali risultati scientifici nei campi della genetica e della genomica nel ciliegio e riassumerà i passi pratici necessari per implementare un miglioramento genetico moderno (DNA-informed breeding). Infine illustrerà le diverse strategie adottate dai breeder del ciliegio e le prospettive per una più efficiente integrazione delle biotecnologie nei programmi di incrocio.
Come migliorare l’efficienza degli impianti
La manodopera qualificata è diventata sempre più costosa e difficile da reperire anche nelle zone di coltivazione del ciliegio, per cui la ricerca di forme di ridotte dimensioni, efficienti e facili da gestire, è sempre più importante. Particolare interesse viene rivolto alle “pareti fruttifere” di tipo planare. Gregory A. Lang del Department of Horticulture, Michigan State University, USA, discuterà l’implementazione, i vantaggi e le limitazioni di diverse forme planari con un diverso numero di assi verticali. Le chiome planari non solo ottimizzano la distribuzione della luce solare su foglie, frutti e gemme a fiore, ma facilitano anche la distribuzione dei prodotti per la difesa e la nutrizione fogliare per guidare i processi produttivi. Le strutture planari promuovono la formazione di dardi fioriferi con elevato potenziale di resa, ma richiedono una maggiore attenzione alla dimensione delle foglie dei nodi e possibilmente l’imposizione di un diradamento fiorale o l’eliminazione di dardi, per migliorare il rapporto fra area fogliare e frutti per ottenere pezzatura elevata e qualità del prodotto. Oltre all’efficienza delle forme innovative, Lang esplorerà anche la loro attitudine al miglioramento della meccanizzazione, con veicoli autonomi e tecnologie di rilevamento, per poter eseguire compiti selettivi automatici all’interno del frutteto.
Verso una cerasicoltura di precisione
Nel corso dell’ultimo secolo, la meccanizzazione in campo agricolo e le tecnologie di automazione sono progredite molto velocemente, trasformando varie operazioni agricole per esempio la meccanizzazione della preparazione del campo, delle piantatrici, della potatura meccanica non selettiva, del diradamento, e della raccolta meccanica (per le colture destinate alla trasformazione). Tuttavia, la raccolta delle ciliegie per il mercato fresco rimane altamente laboriosa e intensiva. Matthew Whiting della Washington State University, USA, a fronte del costante aumento del costo della raccolta propone l’adozione di sistemi di raccolta meccanici o assistiti meccanicamente. Il successo di questi sistemi dipenderà dalla continua innovazione nei sistemi di potatura ed allevamento delle piante in grado di formare chiome e gemme a frutto accessibili e uniformi, di concerto con le soluzioni ingegneristiche. Sarà inoltre fondamentale che queste siano sviluppate attraverso una stretta collaborazione con i frutticoltori stessi.
Nel complesso queste due presentazioni dagli Stati Uniti pongono le basi per la cerasicoltura di precisione che sconfina verso la robotica assistita da intelligenza artificiale e “machine learning”, sistemi informativi geografici (GIS) e analisi spaziale di parametri fondamentali anche per facilitare la copertura automatica del frutteto e la gestione della forma di allevamento.
L’annoso problema del cracking
Il cracking del frutto nel ciliegio causa gravi limitazioni commerciali. Si può stimare che la presenza di 25% dei frutti danneggiati rende non conveniente la raccolta. Moritz Knoche, Andreas Winkler e Alexander Lang dell’Institute for Horticultural Production Systems, Leibniz University Hannover presenteranno i recenti progressi nella conoscenza fisiologica di questo problema. Verrà discussa la cosiddetta teoria della “cerniera lampo”, che spiega le cause che portano allo spacco dell’epidermide, quindi al cracking, con un processo a cascata che parte da microfratture presenti sulla superficie del frutto e si spinge alla frattura dei tessuti parenchimatici più profondi. Attraverso questo modello a cerniera, possiamo capire perché i frutti a volte si spacchino anche al di sotto di coperture antipioggia, nelle confezioni nei punti vendita o durante il trasporto e perché l’uso di trattamenti di calcio in fase di produzione risultino molto spesso inconsistenti.
Le coperture
Le basi fisiologiche per l’uso dei diversi tipi di coperture in ciliegio verranno discusse da Michael Blanke dell’INRES- Horticultural Science, University of Bonn, Germania. Le coperture del ceraseto vanno da semplici teli per la protezione anti-pioggia per evitare la bagnatura dei frutti e cercare di prevenire il cracking, fino a complessi sistemi di forzatura per controllare il ciclo annuale del ciliegio e programmare le principali fasi fenologiche (germogliamento, fioritura, allegagione, maturazione) per ragioni di adattamento ambientale e per intercettare vantaggi commerciali. La multifunzionalità delle coperture si estende alla protezione contro la grandine e all’ombreggiamento per migliorare la fotosintesi estiva oltre che per aiutare a soddisfare il fabbisogno di freddo in inverno. La copertura può essere anche anti-insetto, contro Drosophila suzukii e altri insetti e vettori. La multifunzionalità include anche possibili azioni di controllo in termini di protezione moderata contro il gelo e la produzione di elettricità. Blanke apre la discussione anche sui costi elevati di investimento per le coperture, ma evidenzia i vantaggi che si possono ottenere con produzione di ciliegie premium di grandi dimensioni, molto colorate e lucide, con frutto compatto.
Gestione innovativa del post-raccolta
Il ciliegio sta aumentando il suo areale di produzione a livello mondiale, insieme ad un aumento dei volumi di import-export su lunga distanza. Essendo un prodotto ad alta deteriorabilità, possono esserci limiti anche nell’offerta rivolta ad un mercato interno dove la richiesta di qualità è alta e deve essere mantenuta a lungo per soddisfare il consumatore. Juan Pablo Zoffoli della Facultad de Agronomía e Ingeniería Forestal, Pontificia Universidad Católica de Chile presenterà le nuove tecnologie per il post-raccolta che possono estendere e mantenere alta la qualità, risolvendo le tempistiche del mercato e le complessità dell’export. Porterà nella sua relazione le principali innovazioni sulle tecnologie pre e post raccolta che stanno dietro al miglioramento della qualità richiesta per raggiungere mercati lontani dalla zona di raccolta. La gestione del freddo, delle linee di confezionamento, fino all’atmosfera controllata sono alcuni degli strumenti più importanti per controllare in modo innovativo la fisiologia della maturazione delle ciliegie.
La difesa dalla Drosophila
I nuovi approcci alla difesa integrata del ciliegio contro la Drosophila suzukii saranno descritti attraverso l’esperienza del Trentino Alto Adige e dell’Emilia-Romagna da Alberto Grassi, Simone Puppato, Stefano Caruso, Luca Casoli e Angela Gottardello della E.Mach Foundation, S. Michele a/Adige (TN) e del Consorzio Fitosanitario di Modena e Reggio Emilia. Dopo aver fatto la sua comparsa nel 2009, la D. suzukii si è rapidamente diffusa sul territorio italiano, diventando rapidamente il parassita principale del ciliegio. L’enorme potenziale biologico manifestato dalla D. suzukii, la gravità degli attacchi e la scarsa efficacia dei trattamenti insetticidi adottati dai produttori come prima difesa hanno immediatamente causato una grave crisi al sistema produttivo cerasicolo, costringendo i ricercatori ad approfondire la conoscenza della biologia dell’insetto alieno specificamente nel nostro territorio e di fornire anche tecniche di controllo alternative efficaci e più sostenibili. Questa rassegna mostra le tecniche più efficaci già sviluppate e ancora in fase di sviluppo per chi deve affrontare la D. susukii, in un efficace progetto di difesa integrata (IPM).
Il ciliegio in un clima che cambia
L’International Cherry Symposium del 4 maggio sarà proceduto da una scuola di alta formazione per i professionisti della cerasicoltura che si terrà presso il Ceub di Bertinoro (Forlì-Cesena) il 2 e 3 maggio 2022 su “Gestione sostenibile dei frutteti in un clima che cambia” rivolto a giovani ricercatori e professionisti del settore. L’evento, organizzato dalle Università di Bologna, Modena e Reggio Emilia e Politecnica delle Marche, in collaborazione con Macfrut, apre i lavori di una settimana interamente dedicata al ciliegio, cui seguirà L’International Cherry Symposium dal 3 al 6 maggio, presso la fiera di Rimini.
La scuola sarà in lingua inglese e a numero chiuso, con 30 posti riservati a studenti di dottorato e assegnisti di ricerca post dottorato e 30 per professionisti provenienti da ogni parte del mondo. I partecipanti selezionati sulla base del loro curriculum, avranno la possibilità di soggiornare per tutta la durata dell’evento presso la struttura di Bertinoro, in un clima di interazione e scambio intellettuale tra partecipanti e relatori.
Il programma, articolato su due giornate, prevede 10 seminari sui principali temi legati alla gestione sostenibile dei frutteti insieme ad attività interattive fra dottorandi, professionisti e docenti. Il programma verrà gestito e coordinato dalle Università organizzatrici con l’ausilio di relatori internazionali e specialisti del ciliegio.
Aprirà i lavori Lara Maistrello, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, con un intervento sul problema, sempre più grave, delle specie di insetti invasive, enfatizzato dal cambiamento climatico e spesso così dannoso per le colture frutticole. Continuerà Josè Quero Garcia (INRAE Bordeaux), con una presentazione sui pro e contro delle biotecnologie al servizio dei programmi di miglioramento genetico, come risposta ai diversi stress biotici ed abiotici indotti dal cambiamento climatico. Il pomeriggio sarà dedicato alla fisiologia ed alla gestione dell’albero con un intervento di Davide Neri dell’Università Politecnica delle Marche, sulla fisiologia e la gestione dell’apparato radicale in un contesto di sostenibilità del frutteto. Continuerà Greg Lang della Michigan State University (US), parlando delle forme di allevamento più innovative per ottimizzare l’efficienza produttiva e l’uso delle risorse nel frutteto. Il pomeriggio si concluderà con un intervento sulle strategie colturali che includerà anche temi legati alla gestione precisa dei sistemi frutticoli, attraverso approcci di meccanizzazione innovativa. Questo tema sarà affrontato da Matthew Whiting, della Washington State University (US).
La mattina del secondo giorno sarà dedicata alla fisiologia del frutto. Aprirà i lavori Luca Dondini dell’Università di Bologna, con un intervento sull’impollinazione ed i problemi ad essa legati in un contesto di cambiamento climatico. Continuerà Brunella Morandi, dello stesso ateneo, spiegando come la crescita dei frutti ed i caratteri qualitativi di diverse specie siano fortemente influenzati dalle condizioni ambientali e dalla disponibilità di risorse chiave come l’acqua.
Concluderà la mattinata Moritz Knoche dell’Università di Hannover (Germania) che affronterà le cause fisiologiche e la gestione dello spacco nel ciliegio, una delle più importanti fisiopatie pre-raccolta, comune a molte specie da frutto.
Gli interventi continueranno nel pomeriggio sul tema delle strategie colturali per mitigare gli effetti del clima, che saranno presentate da Michael Blanke dell’Università di Bonn (Germania). Tra queste, le coperture multifunzionali, molto utilizzate come protezione antigrandine, antipioggia e/o anti-insetto e le pacciamature al suolo, approcci capaci di influenzare significativamente il microclima del frutteto. Infine, Juan Pablo Zoffoli dell’Università Cattolica del Cile si soffermerà sull’importantissimo tema della qualità post-raccolta e delle pratiche colturali che la influenzano.
Ultimo, ma non per importanza, l’intervento conclusivo a cura di Cristina Angeloni dell’Università di Bologna in collaborazione con l’’Accademia Nazionale dell’Agricoltura, riguarderà gli effetti di tecnica colturale e clima sulle proprietà nutrizionali della frutta.
Questa settimana, dedicata alle future generazioni di tecnici e professionisti in ambito frutticolo promette quindi molto bene.
Vetrina mondiale al Cherry Global Player
I principali top players mondiali nella produzione di ciliegie si incontreranno nella mattinata del 5 maggio per valutare e analizzare le prospettive future ed i trend di mercato. Sono previsti interventi di relatori provenienti dalle principali aree vocate a questa coltura quali Turchia, Stati Uniti, Cile, Uzbekistan, Spagna e Italia. A seguire, nel pomeriggio, ICS organizza visite guidate agli stand più innovativi e alle aziende sponsor presenti in fiera.
Due tour tecnici nel cuore della produzione
Insieme agli altri appuntamenti, cuore pulsante del Simposio internazionale della ciliegia saranno le visite tecniche nell’ultimo giorno della kermesse riminese, venerdì 6 maggio 2022. Uno dei tour previsti si terrà nel comprensorio di Vignola (Modena), zona rinomata per la produzione e commercializzazione delle ciliegie. Un territorio noto anche all’estero per l’alto livello di qualità delle sue ciliegie. Prodotti commercializzati con il marchio IGP Vignola, uno dei migliori esempi a livello europeo di abbinamento tra politiche di marchio e investimenti in innovazioni. Sono previste visite guidate in aziende sperimentali e in frutteti commerciali, per visionare insieme le principali novità nel settore varietale e dei portinnesti e per conoscere e apprezzare le innovazioni realizzate nei sistemi di impianto, nei modelli di copertura antipioggia e nei sistemi multifunzionali di difesa integrata. Concluderà la giornata la visita alla struttura di lavorazione e confezionamento delle ciliegie di Agrintesa.
Un altro tour porterà i partecipanti a Cesena e Longiano (Forlì-Cesena) e sarà dedicato alle coltivazioni di ciliegio specializzate ad elevata sostenibilità. Nelle prime colline del cesenate si visiteranno due aziende agricole biologiche, socie di Apofruit. Due esempi significativi di come l’innovazione varietale e tecnica, grazie agli ambienti altamente vocati, può essere facilmente trasferita e adottata in sistemi di produzione ecocompatibili, come appunto il biologico, garantendo al top qualità e genuinità del prodotto. Il tour proseguirà poi verso Cesena nell’azienda Battistini Vivai, per toccare con mano le innovazioni nel mondo della produzione di piante di ciliegio di un settore, quello vivaistico, in continua evoluzione. Chiuderà il tour la visita dello stabilimento di lavorazione e confezionamento bio di Apofruit a Longiano.