Lucia Berti
CILIEGIO – Crescenti potenzialità per i prodotti di alta qualità
Intervista a due voci in concomitanza del Convegno Nazionale del Ciliegio svoltosi a Vignola lo scorso 25 febbraio. Abbiamo chiesto a due dei maggiori esperti italiani di cerasicoltura, il Dr. Walter Monari (responsabile del Consorzio della Ciliegia, della Susina e della Frutta tipica di Vignola) e il Dr. Luigi Catalano (Agrimeca Grape and Fruit Consulting di Bari) quali risposte il Convegno è in grado di dare su tematiche di particolare attualità
Analisi dei costi e della redditività. La qualità paga?
Più che alla tipologia di impianto, la redditività della coltura del ciliegio in Emilia-Romagna appare strettamente legata alla qualità del prodotto, in termini sia varietali, sia di calibro e presentazione dei frutti. Costi di impianto molto elevati, soprattutto con la variante dei teli antipioggia e delle reti di protezione dagli insetti dannosi.
Monitoraggio e previsione delle rese e della pezzatura dei frutti...
La frutticoltura di precisione sta assumendo un proprio posto nel panorama tecnico, mentre sul fronte della ricerca si lavora attivamente alla definizione di ulteriori modelli previsionali di crescita dei frutti e di stima della produzione che permettano di ottenere informazioni strategiche come la distribuzione in classi di pezzatura alla raccolta, perché consente agli operatori commerciali di definire con maggior anticipo di grande interesse per definire le strategie di vendita e posizionamento del prodotto sul mercato.
Ripresa ortofrutticola dietro l’angolo: arrivato il punto di svolta
Tecnologie e capacità produttive non mancano e ora anche le grandi fiere tornano ad occuparsi del settore. Comunicazione, promozione, valorizzazione della qualità del “made in Italy”: saranno queste le ricette per uscire dalla crisi e riportare redditività in campagna?
Stato dell’arte della frutticoltura bio: chiaroscuri nella difesa
In una situazione fitopatologia resa sempre più difficile dalla comparsa di nuove emergenze parassitarie, la coltivazione biologica stenta a tenere il passo senza adeguate attività di ricerca e supporto tecnico-agronomico. Ma non basta la chimica: coltivare “bio” significa soprattutto prevenire i problemi e sfruttare le condizioni bio-edafiche dei diversi areali produttivi.
Buone prospettive per l’ortofrutta bio col supporto delle nuove tecnologie
I numeri in costante crescita, sia sul fronte dell’offerta, sia sul fronte dei consumi, premiano soprattutto il comparto ortofrutticolo, dove l’Italia riveste ancora un ruolo di leader a livello internazionale, nonostante la forte crescita della Spagna. Necessario sviluppare una maggiore efficienza produttiva nelle fasi della coltivazione e del post-raccolta, ma anche garantire livelli qualitativi uguali o superiori agli analoghi prodotti convenzionali visti i maggiori costi di coltivazione e vendita.
Frutta e ortaggi biologici in controtendenza rispetto alla crisi
Il trend positivo dell’ortofrutta a marchio biologico nel contesto di generale arretramento dei consumi complessivi è l’indizio di un cambiamento culturale nel comportamento di acquisto delle famiglie italiane. Pur rimanendo simbolo di un modello di consumo attento alla salute e alla sostenibile ambientale, i prodotti “bio” cominciano ad affrontare il problema del prezzo e della convenienza: sempre più strategico sarà il buon rapporto qualità-prezzo.