Un concentrato di innovazione, trasferimento di know-how e sostenibilità economica e ambientale; ecco il programma del convegno “Ager Innovapero, innovazioni di processo e di prodotto per una pericoltura di qualità” che si terrà il 18 ottobre a Ferrara.
Damiano Rossi responsabile, assieme a Elena Tamburini, della disseminazione del progetto afferma: «I protagonisti assoluti di questa ricca giornata di incontri e confronti saranno i risultati di un importante iter di ricerca durato tre anni, un percorso nel quale sono confluite competenze e attività di differenti gruppi di studio, un quadro multidisciplinare rivolto a tutti gli attori della filiera del pero dal vivaismo alla frigoconservazione».
Finanziato da Ager, un’associazione formata da tredici fondazioni bancarie, il progetto Ager Innovapero ha visto interagire al proprio interno oltre 40 ricercatori; esperti che hanno lavorato in maniera interdisciplinare e coordinata al fine di «produrre risultati direttamente applicabili ai frutticoltori o a chiunque abbia un ruolo operativo all’interno della filiera» sottolinea Rossi. «Nel corso del convegno si alterneranno le relazioni dei responsabili scientifici degli Istituti partner in progetto: le Università di Bologna, Ferrara, Firenze e Padova, il CReSO di Cuneo, la Fondazione F.lli Navarra di Ferrara e il Canale Emiliano-Romagnolo di Bologna, un apparato ad altissimo valore scientifico – tiene a precisare Rossi – dimostrato dalle numerose pubblicazioni scientifiche internazionali seguite ad alcuni di questi studi, ma altrettanto caratterizzato da un’elevata valenza pratica e applicativa».
La disseminazione ovvero il trasferimento rapido ed efficace di conoscenze e tecnologie, questo uno degli obiettivi del progetto, al quale a monte si aggiungono i temi affrontati: sostenibilità delle produzioni, ottimizzazione della tecnica colturale, studio della maturazione e della conservazione del frutto. Nell’ambito della sostenibilità vengono approfonditi gli aspetti della difesa fitosanitaria e nello specifico le strategie di lotta sviluppate nei confronti della maculatura bruna, psilla e carpocapsa: metodiche innovative tese a sviluppare la resistenza nella pianta attraverso il miglioramento genetico, innovazioni tecnologiche come l’utilizzo del sistema a reti contro la Carpocapsa e infine l’impiego di molecole naturali a basso impatto ambientale e derivanti dagli scarti del settore agroalimentare stesso.
Studi specifici finalizzati a determinare l’ottimale apporto idrico a seconda delle combinazioni di innesto e della densità d’impianto, monitoraggio di parametri per verificare la correlazione e tra allegagione e qualità della produzione, messa a punto di strumenti non invasivi che consentano di individuare le formazioni fruttifere che garantiscano la maggior uniformità di maturazione al fine di ottimizzare e standardizzare la raccolta; questo solo un accenno degli studi riguardanti le tecniche colturali che saranno presentati in sede di convegno.
Verranno inoltre presentati illustrati dati riguardo le attuali conoscenze sui processi della maturazione e della sua sincronizzazione, parametri prontamente applicabili al fine di migliorare la conservazione in post-raccolta; saranno inoltre presentate le tecnologie alternative all’impiego di etossichina, questo per rimanere in un contesto di assoluta attualità, in riferimento al vigente quadro normativo, e affrontare un tema scottante con pragmaticità in maniera pratica e applicabile.
Gli obiettivi del convegno sono chiari conclude Rossi: «Ci aspettiamo che questo convegno sia il punto di partenza per dare agli operatori della filiera del pero un costruttivo contributo per superare le attuali difficoltà in cui si trova anche la frutticoltura e che i risultati ottenuti dalle dieci linee di ricerca possano trovare una reale applicazione pratica: in questo senso abbiamo sempre lavorato ed è questo che mi auguro accada».
Allegati
- Scarica il file: Obiettivo sostenibilità per il pero