La situazione produttiva nazionale di pesche e nettarine è abbastanza chiara; nell’ultimo decennio (Tab. 1) la superfice totale ha visto un decremento costante, con una riduzione di circa il 25% per le pesche e del 40% per le nettarine. In termini assoluti la perdita di superficie è di circa 29.000 ha; rispetto agli areali di coltivazione, la flessione è stata soprattutto al Nord dove regioni storiche come Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto hanno avuto perdite di superficie di circa il 50%. Al Sud, invece, le superfici hanno tenuto per le pesche, tipologia molto legata alla storia frutticola meridionale, con perdite maggiori in Puglia e Calabria, mentre le diminuzioni di superficie sono di circa un quarto per le nettarine.
Cosa possiamo fare? Qualità è un termine spesso abusato, ma è l’unico fattore attraverso il quale la nostra produzione potrebbe ancora differenziarsi e conferire marginalità economica alla coltura del pesco.
Anche perché le innovazioni varietali introdotte nel settore peschicolo non trovano eguali in altri settori, in quanto nell’ultimo decennio sono state diffuse tante varietà che hanno cercato di cogliere al meglio le esigenze del mercato. In un certo senso le nuove varietà hanno consentito di creare anche nuove categorie di consumatori grazie alle nuove tipologie gustative proposte, consentendo di recepire quasi tutte le esigenze in termini di consumo. In tale contesto, la qualità legata in senso stretto a territorialità, varietà vocate per i diversi areali e appropriate tecniche di raccolta e gestione in magazzino e vendita, pu® essere la strada da percorrere.
La possibilità di coltivare in diversi areali, con cultivar adatte a specifiche situazioni pedo-climatiche, dovrebbe essere un valore aggiunto per le nostre produzioni e potrebbe esserci una sorta di accordo commerciale fra le produzioni precoci e medie del Sud e quelle medio-tardive del Nord; spesso capita infatti di avere produzioni precoci al settentrione che si trovano sul mercato con le produzioni medie del meridione che indiscutibilmente hanno un valore organolettico superiore; calibrare le produzioni dei diversi areali potrebbe essere un primo approccio verso una migliore collocazione commerciale del prodotto.
La scelta varietale rimane ovviamente il punto chiave del successo di ogni coltura, per cui anche per il pesco risulta determinante. Rimane ancora attuale, e purtroppo incompiuta, la creazione a livello commerciale di gamme varietali distinte per tipologia gustativa. A questo proposito si propongono in questa nota le varietà più adatte ai diversi areali, proponendone anche una distinzione che potrebbe essere un primo approccio verso una segmentazione a livello commerciale.
Nettarine gialle a gusto dolce
Appare ad oggi il segmento più ricco di varietà, adatte a tutti gli ambiti nazionali, e potrebbe prefigurare un calendario di maturazione molto esteso, con conseguenti vantaggi in ambito commerciale e di fidelizzazione del consumatore. Il periodo precoce potrebbe trovare al Sud le condizioni più favorevoli, in termini sia di rese che di qualità finale del prodotto. Nella fase precoce si raccolgono Rebus 028* (-22 Big Top®) e Big Bang® Maillarà* (-19 Big Top®) cultivar precoci e affidabili, in quanto rustiche e di buon sapore.
Prima di Big Top® si collocano Garofa, produttiva e di sapore dolce, Nectapome Nectaprime, di buona produttività e sapore interessante, e Carene® Monecar*, molto produttiva anche al Nord e con limitata presenza di “scatolato”; la pianta ha portamento standard e vigoria media; produce frutti rotondi e completamente sovraccolorati di rosso brillante. Il sapore è discreto, con calibro omogeneo.
A Sud con Big Top finisce l’interesse per le nettarine, mentre a Nord a metà luglio matura Gea*(+12 Big Top®), molto diffusa e in via di diffusione anche in altre aree; elevata produttività e grossa pezzatura (AA+) sono i punti forti di questa cultivar, con frutti di buon sapore dolce, a polpa spicca. La tenuta è media. Interessante, ma solo per le aree settentrionali Romagna® Big*, molto apprezzata dal punto di vista gustativo, di elevata tenuta, ma suscettibile a rugginosità in alcune aree. In epoca Stark Red Gold matura Monrene* (+20 Big Top®), cultivar selezionata in Francia che presenta pianta a portamento standard e buona vigoria; affidabile dal punto di vista produttivo, presenta gusto dolce e buona tenuta in pianta. Da gestire bene la pezzatura media modulando il carico produttivo, che se eccessivo determina cali di pezzatura dopo i primi due stacchi. A metà agosto matura Dulcis®BO 02024028* (+30 Big Top®); la pianta ha portamento standard-assurgente ed elevata vigoria; rustica e molto produttiva, presenta frutti di buon calibro (AA+), a forma rotonda ed estesa sovraccolorazione rosso brillante; di sapore dolce ed elevata tenuta in pianta, è stata selezionata anche perché non sensibile a decolorazioni epidermiche dopo piogge in pre-raccolta (“inking”). Qualche giorno dopo si segnala positivamente Alma 2* (+42 Big Top®), di origine italiana, con pianta mediamente vigorosa a portamento standard, molto produttiva e rustica, con frutti di elevato calibro (AA+), a forma rotonda e media sovraccolorazione rossa; sapore dolce, aromatico ed elevata tenuta in pianta.
Nella seconda metà di agosto matura Febe* (+42 Big Top®), di media vigoria a portamento standard, molto produttiva, con frutti di buon calibro (AA+), di forma rotonda e media sovraccolorazione rossa brillante; sapore dolce, aromatico ed elevata tenuta in pianta. Qualche giorno dopo matura Dulciva*, (+46 Big Top®); la produzione è elevata e costante; i frutti presentano grossa pezzatura (AA+), sovraccolorazione diffusa sul 70-80% della superficie e sapore dolce molto buono. Non suscettibile a decolorazioni epidermiche dopo piogge in pre-raccolta.
In via di diffusione in quanto giudicate positivamente, per ora solo al Nord, Romagna® Summer* (+18 Big Top®), di buona produzione e buon calibro (AA dominante), con frutti di buona tenuta e sapore dolce, e Dulcìor® BO 04047013* (+52 Big Top), che si è confermata molto produttiva, di elevato calibro e forma rotonda regolare, con frutti a polpa spicca e sapore molto dolce.
Nettarine gialle a gusto tradizionale
Non ci sono novità particolari da segnalare per questo segmento, in quanto quasi totalmente soppiantate da quelle precedentemente descritte. Il calendario si apre con Flariba, varietà precocissima, ma che pecca in pezzatura. Nel periodo precoce viene coltivata al meridione Early Bomba*, cultivar californiana di buon calibro per il periodo, ottima colorazione, ma sapore acidulo che va gestito con un’attenta raccolta. La produzione è elevata e costante. Nel tardivo si segnala la cultivar Alma* (+27 Big Top®), di origine italiana, selezionata in Romagna e ben adattata alle nostre condizioni, produttiva; i frutti hanno pezzatura importante (AA-AAA) con elevatissima tenuta in pianta. Trattasi di una bicolore, da gestire attentamente con la potatura verde e la gestione della nutrizione (evitare eccessi di N).
Ovviamente questo comparto è ancora coperto con gli impianti esistenti, e un po’ invecchiati, di cultivar datate, ma affidabili, vedi Stark Red Gold, Venus, Orion e la serie Morsiani (60 e 90), che si mantengono ancora in impianto perché coniugano elevate rese e una certa rusticità che spesso non sono presenti in varietà selezionate all’estero. Tuttavia, la scelta di mantenerle negli impianti futuri andrà valutata in funzione dello spazio di mercato che verrà concesso a questi prodotti più tradizionali.
Nel periodo tardivo pare interessante Romagna® Lady* (+50 Big Top), selezionata in Romagna, molto produttiva, di calibro medio-elevato (AA dominante), con frutti a polpa aderente di buona tenuta. La componente acida va gestita con una giusta scelta dell’epoca di raccolta, pena uno scadimento del sapore. Necessita di potature verdi per migliorare la colorazione dei frutti, comunque buona per l’epoca.
Nettarine bianche a gusto dolce
Si ritiene questo un segmento molto particolare, ma interessante perché caratterizzato da varietà di assoluto pregio gustativo. La prima a maturare è Turquoise® Monprime* (-15 Big Top®), con produzione elevata e costante; frutti di discreta pezzatura per l’epoca (B-A); sovraccolorazione rosso brillante diffusa e sapore molto buono, dolce e aromatico. La polpa è fondente. Ad inizio luglio lo standard è rappresentato da Romagna® Red* (-5 Big Top®), di origine italiana, a portamento standard e vigoria medio-elevata; rustica e costantemente produttiva, produce frutti di buon calibro (A-AA) e bell’aspetto per la sovraccolorazione molto estesa. La forma è rotonda e il sapore buono e dolce. La tenuta in pianta è elevata. Da selezionare con la potatura rami misti di buona vigoria. Il riferimento per questa tipologia è Magique® Maillarmagie* (+10 Big Top®), di origine francese, con pianta vigorosa a portamento assurgente, che richiede sesti più stretti e adeguata gestione della pianta con la potatura verde; rustica e molto produttiva, presenta frutti molto belli esteticamente, rotondi ed estesamente sovraccolorati di rosso brillante, di sapore buono e dolce. La tenuta dei frutti in pianta è elevata. Suscettibile a rugginosità in alcune aree.
Successivamente maturano altre due varietà della serie Romagna, segnatamente Romagna® Star* e Romagna® Sweet*, che permettono di allungare il calendario di maturazione per questa tipologia di prodotto fino a tutto agosto.
Pesche gialle a gusto tradizionale
Interessante questo segmento perché coperto da un discreto numero di varietà, adattate a situazioni climatiche anche molto differenziate fra loro, e caratterizzate da un livello medio di gradevolezza quantomeno discreto. La prima cultivar affidabile è Pulchra* (maturazione –35-40 giorni Big Top®*), diffusa in tutto il meridione e nelle zone precoci del Nord, che presenta pianta di vigoria elevata, a produzione elevata e costante. Frutto rotondo, sovraccolorato di rosso sul 90% della superficie, pezzatura buona per l’epoca (A), polpa molto soda, simile a Big Top, di elevata tenuta in pianta, nocciolo aderente. Buon il sapore, con spiccato aroma. Segue Sagittaria* (–30 Big Top®), che presenta pianta di vigoria medio-elevata, a produzione elevata e costante. Frutto rotondo, grosso (A-AA), sovraccolorato di rosso sul 90% della superficie, di sapore acidulo. In epoca Maycrest si consiglia Bordò®* (–26 Big Top®), con pianta molto vigorosa, a produzione elevata e costante, frutto rotondo, sovraccolorato di rosso sul 90-100% della superficie, di buona pezzatura (calibro prevalente A-AA); polpa fondente, con nocciolo aderente. Sapore buono, aromatico, acidulo per raccolte anticipate. Ancora molto affidabile Coraline® Monco* (–14 Big Top®), con pianta a portamento standard e vigoria medio-elevata, rustica e costantemente produttiva, con frutti di buon calibro (A-AA), forma rotonda, regolare e discreto sapore, acidulo; nocciolo aderente. Diffusa e consigliata anche Azurite® Monnoir* (–3 Big Top®), in epoca Rich Lady*, con pianta a portamento standard, di vigoria media, a produzione elevata e costante. Frutto rotondo, sovraccolorato di rosso sul 90-100% della superficie, di elevata pezzatura (AA-A); polpa fondente a lento intenerimento, che determina un’elevata tenuta in pianta, nocciolo aderente. Sapore acidulo. Nel periodo medio-tardivo rimane valida la cultivar Royal Jim® Zaigadi* (+32 giorni Big Top®), che presenta pianta a portamento standard e vigoria medio-bassa; i frutti sono di elevata pezzatura (AA) ed hanno bella colorazione e buon sapore, penalizzato da raccolte anticipate. Negli ultimi anni ha mostrato una certa sensibilità a fusicocco, per cui si ricercano ad oggi varietà valide, soprattutto per il Nord, nel periodo medio-tardivo.
Pesche gialle a gusto dolce
Linea sviluppata negli ultimi anni in cui la più precoce è Sugar Time*(-20 Big Top®); pianta a portamento standard-assurgente con vigoria medio-elevata; frutto rotondo, regolare, a colorazione rossa molto estesa. Il sapore è discreto, dolce. Elevata la pezzatura (A-AA). Molto affidabile è Royal Summer® Zaimus* (+8+10 Big Top®); presenta pianta a portamento standard e vigoria medio-elevata; la pezzatura è elevata (AA-A) e l’aspetto dei frutti accattivante per elevata sovraccolorazione rosso brillante; da tenere in debita considerazione la giusta epoca di raccolta in quanto il suo anticipo determina un appiattimento del sapore dei frutti. A fine luglio matura Grenat® Monafi* (+16 Big Top®), di origine francese, con pianta a portamento standard-assurgente e vigoria medio-elevata; presenta frutti rotondi, di pezzatura elevata (AA-A) ed estesa sovraccolorazione rossa; polpa ad elevata tenuta e buon sapore; la potatura va indirizzata su buoni rami misti. Una conferma di origine italiana è Lami® Dolza 3*(+20 Big Top®), con pianta a portamento standard e vigoria medio-elevata; rustica e costantemente produttiva, presenta frutti rotondi di pezzatura elevata (calibro prevalente AA). La sovraccolorazione è estesa e brillante e il sapore molto buono, dolce. Si ritiene questa cultivar meritevole di diffusione. Ad inizio agosto matura Sweet Dream®* (+30 Big Top®); di origine californiana, presenta pianta di buona vigoria, a portamento standard-assurgente; i frutti sono rotondi-oblati e hanno elevata pezzatura (AA+); Il sapore è discreto e la sovraccolorazione diffusa sul 70-80% della superficie. In epoca tardiva si conferma Corindon® Moniajune* (+50 Big Top®); la pianta ha portamento standard e vigoria medio-elevata; buona la produzione, con frutti di elevata pezzatura (AA+), forma rotonda regolare e sovraccolorazione estesa su gran parte della superficie. Non anticipare la raccolta in quanto si andrebbe a penalizzare il sapore dei frutti. Buona la tenuta in pianta.
Le novità giudicate positivamente sono Royal Maid® e Extreme Sweet® (+17-20 Big Top® entrambe), che sono apparse costantemente produttive e con frutti di bella presenza estetica e buon sapore. In agosto appare interessante Extreme® 436* (+32 Big Top), che ha denotato buona produttività e buon calibro medio, discreto sapore, aromatico, ma “shelf life” limitata Nel periodo tardivo si segnala Extreme® 460*, produttiva, con frutti di calibro elevato su piante ben gestite (AA dominante), bella colorazione e buon sapore.
Orientamento generale
Quanto appena esposto vuole essere uno spunto per stimolare tutto il segmento peschicolo verso nuove strade, pena un decadimento irreversibile di tutto il comparto; si ritiene si debba considerare in primis il “feedback” positivo del consumatore che se acquista con gli occhi poi ricompra se soddisfatto a livello gustativo; il sapore e l’aromaticità dei frutti devono essere un pre-requisito di tutte le nuove introduzioni varietali.
A livello commerciale si crede non si possa più procrastinare una segmentazione a livello di vendita per specifiche tipologie gustative. Segmentare il mercato vuol dire selezionarlo e magari anche trovare nuovi sbocchi commerciali ora sconosciuti; seppur in una situazione di base genetica non troppo ampia, il “breeding” comunque propone prodotti ben differenziati; immetterli tutti indistintamente alla vendita non premia nessuno e il calo degli investimenti che perdura da almeno 15 anni ne è una riprova. “Non perdiamo ulteriore tempo, potrebbe essere troppo tardi”: terminava in questa maniera un articolo a nome S. Foschi pubblicato lo scorso anno su questa rivista. Ci sono segnali di cambiamento in questo senso oppure ci stiamo lentamente incamminando verso un declino irreversibile per questa coltura?
La campagna 2019 è iniziata non bene per le albicocche e, al netto dei decadimenti qualitativi dovuti all’anomala primavera, si ritiene che la bassissima qualità del prodotto precoce, spesso bellissimo esteticamente, ma in molti casi molto acido e senza aroma, sia la causa principale di questa partenza con toni bassi; ovvio che ad una partenza negativa sarà difficile porre rimedio, anche con frutti di varietà di qui in avanti a discreto valore organolettico. Lo stesso si preannuncia per il pesco, dove livelli di sovrapproduzione anche solo stimati in primavera, determinano stagnazione sul mercato e prezzi alla produzione troppo bassi. Inoltre, almeno durante il mese di maggio, si è registrata una notevole presenza sui mercati italiani di pesche francesi e spagnole, mancando una pari precocità del Sud italiano, anche per il progressivo abbandono della peschicoltura protetta.
In conclusione, si può affermare che nonostante il ridimensionamento delle superfici la peschicoltura sta vivendo una fase molto delicata. Resta inteso che per un rilancio del settore risulta indispensabile un rinnovamento varietale che riesca ad offrire un prodotto di caratteristiche pomologiche costanti nel tempo. A livello varietale le possibilità di creare un calendario di raccolta secondo questi criteri è reale ed imprescindibile per evitare il continuo declino che la nostra peschicoltura sta subendo.
Leggi l’articolo completo di tabelle e grafici sulla Rivista di Frutticoltura n. 6/2019