In questo difficile momento della vita nazionale, la Rivista di Frutticoltura sta mettendo in atto una piccola “rivoluzione comunicativa”, a cominciare da un nuovo assetto organizzativo che vede da un lato la supervisione in capo alla Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana, che opererà attraverso il nuovo Comitato tecnico-scientifico, e dall’altro un coordinamento a cura di Luca Corelli Grappadelli, per la parte scientifica, e Ugo Palara, per la parte tecnica. Sollecitati dalle necessità di una travolgente e incerta transizione ecologica, siamo certi di continuare a percorrere la strada di un’affermata missione: una divulgazione aggiornata e tecnologicamente corretta su come fare a sostenere e valorizzare i primati produttivi, qualitativi e mercantili della frutticoltura italiana. La Rivista, infatti, è ancora oggi, e vorrà esserlo sempre più, l’autorevole strumento di indirizzo e di orientamento tecnico-economico del settore, così come si è storicamente distinta fra i periodici specializzati in Italia e Europa. Tuttora, è un punto di riferimento per l’agricoltura per il modo di trasmettere conoscenze supportate da dati sperimentali e di ricerca ottenuti e verificati nei dipartimenti universitari e negli enti di ricerca e sperimentazione, quindi volti a guidare importanti scelte decisionali, avulse certamente dalle “fake news” e dalle vie disinformative così largamente diffuse da altri mezzi di comunicazione.
Fare informazione tecnica, una missione che continuerà
Anche di fronte ad argomenti scottanti, di attualità, spesso rimasti insoluti, quali ad esempio produzione biologica e biodinamica, OGM e piante geneticamente modificate, nuove tecnologie molecolari (“genome editing”), la Rivista ha rigorosamente documentato i pro e i contro, esprimendo tempestivi pareri, rivolti anche all’informazione dei decisori politici. Una missione che continuerà.
È nostra convinzione che nel panorama informativo odierno la stampa e i media si occupino quasi costantemente degli aspetti economici, mercantili o di filiera dell’ortofrutta, dimenticando o dando per scontato che il settore produttivo sia in grado di immettere sul mercato prodotti sempre di eccellente qualità e di massima espressione di territori vocati e gratificati da sonanti garanzie di marchi commerciali e di controlli di processo. Sappiamo invece quanto sia difficile, anche psicologicamente, per i produttori, piccoli o grandi che siano, impegnarsi tecnicamente ogni giorno non tralasciando nulla, pur sapendo e prevedendo che la loro fatica non riceverà mai un sacrosanto riscontro nel valore e nei prezzi realizzati alla consegna del prodotto.
La Rivista continuerà perciò ad occuparsi di argomenti tecnici fondamentali come tipologie di impianto, scelte varietali e dei portinnesti, fertilizzazione-irrigazione, tecniche di potatura, allevamento, raccolta e governo delle piante, tutte ancora dipendenti da una impegnativa e non digitalizzabile manualità.
Dalle tematiche più consolidate a quelle più innovative
A fianco di queste consolidate tematiche, la Rivista darà spazio a nuovi modelli produttivi, basati su tecnologie come la sensoristica, l’intelligenza artificiale, la robotica, l’IoT (“Internet of Things”), l’automazione e l’abbandono delle energie fossili, che richiedono un’evoluzione dei frutteti, per renderli più adatti a nuovi e moderni scenari, ad esempio attraverso l’appiattimento delle chiome nelle forme di allevamento bidimensionali per favorire la meccanizzazione, la transizione dell’unità produttiva dall’albero al singolo elemento (cordone, tralcio o ramo a frutto), fino all’aumento delle densità di piantagione permesso dalla riduzione degli interfilari, necessaria per un maggiore sfruttamento della radiazione luminosa e più confacente alle nuove soluzioni di meccanizzazione autonoma, ormai in avanzata fase di sviluppo.
Tutti gli ambiti della frutticoltura si prestano alla rivoluzione della digitalizzazione avanzata dei processi, che indicano nella precisione il prossimo traguardo tecnico, per arrivare ad una razionalizzazione dell’uso delle risorse acqua, suolo, nutrienti, oggi ancora lontanissima, spesso per errate convinzioni tecniche, non supportate da dati scientifici. Si deve insistere sui grandi progressi che si possono ancora compiere verso una crescente sostenibilità che non sacrifichi le produzioni permettendo, addirittura, un miglioramento degli aspetti qualitativi.
La Rivista di Frutticoltura dovrà svolgere una parte importante per accompagnare i propri Lettori verso le molte innovazioni che si profilano. Una prospettiva che si consoliderà grazie alla rafforzata collaborazione con la Soi, che garantirà un costante flusso dello stato dell’arte sulle conoscenze scientifiche di volta in volta rilevanti. Verranno accolti tutti i contributi caratterizzati da solide basi scientifiche, nella convinzione che questa sia l’unica direzione verso cui guidare l’evoluzione della frutticoltura italiana.
Importanti progressi di conoscenza – sia scientifica che tecnologica – si possono attendere anche dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) che, con stanziamenti dedicati alla ricerca mai visti prima, sta prendendo le mosse in queste settimane. Le tempistiche sono rapidissime e i temi della transizione ecologica, della mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, della riduzione degli sprechi e dell’uso e riuso delle risorse, dell’economia circolare, fino alla generazione di energia, auspicabilmente con maggiori benefici, per i frutticoltori e per la Rivista saranno all’ordine del giorno. Il Pnrr prevede il coinvolgimento in forme innovative – legate alla natura di aiuti di Stato di questi finanziamenti – dei produttori e delle loro organizzazioni. Sarà fondamentale riuscire a realizzare piani di ricerca allineati alle esigenze dei produttori, auspicandone un maggiore coinvolgimento nella ricerca, anche con risorse proprie. I problemi dell’immediato non si possono certo mettere da parte, ma non sarebbe saggio cercare solo risposte alla più attuale avversità/problema, senza una visione di quelli che devono essere gli sviluppi del medio e lungo periodo.
Nei prossimi anni verrà condotta la ricerca che porrà le basi di quella che si può cominciare già a chiamare “frutticoltura di previsione” (secondo la felice definizione di P. Losciale dell’Università di Bari), ovvero una frutticoltura capace di guidare preventivamente la coltivazione, sulla base di strategie produttive di lungo periodo e di tattiche di coltivazione flessibili, capaci di adattamento a condizioni via via mutevoli. Per fare un esempio, per non generare stress idrico nelle piante in condizioni di temperature elevate, potremo scegliere – sulla base di dati oggettivi - tra l’aumento dei volumi irrigui o, seguendo il consiglio di sistemi esperti basati su algoritmi di intelligenza artificiale, decidere per interventi defoglianti per ridurre il consumo idrico.
Una divulgazione al passo con i tempi
Così come la ricerca scientifica si sta organizzando su questo fronte, con l’istituzione di corsi di laurea in agricoltura di precisione che auspicabilmente produrranno figure di tecnici capaci di mediare gli aspetti agronomici con quelli ingegneristici delle soluzioni tecnologiche, così anche la Rivista di Frutticoltura ha di fronte a sé la sfida di saper continuare nel proprio ruolo di disseminazione di innovazione in linea con i nuovi scenari che la collettività e i legislatori ci porranno.