«Nel periodo gennaio-aprile, la rete di monitoraggio gestita da FEM ha rilevato catture di Drosophila suzukii nei frutteti fino a dieci volte superiori alla media dell’ultimo decennio - puntualizza Claudio Ioriatti, responsabile per la FEM dei progetti di ricerca legati alla sostenibilità degli agroecosistemi. Ciò spiega l’intensità dell’attacco registrato sulla coltura di ciliegio fin dall’ultima decade di maggio».
Danni elevati senza le reti antinsetto
FEM ha supportato i produttori offrendo un servizio di verifica del livello di attacco su campioni di ciliegie provenienti da coltivazioni fuori e sotto rete.
Complessivamente fino a metà luglio sono stati analizzati 345 campioni di cui 59 da frutteti non protetti con rete e 286 raccolti in ciliegeti sotto rete. Nel caso dei ciliegeti non protetti, i campioni analizzati hanno evidenziato una percentuale di frutti infestati dell’ordine dell’85% già a fine maggio. In seguito, grazie alle misure di controllo applicate dai produttori la percentuale di frutta infestata si è in parte ridimensionata, ma senza mai scendere sotto il 70%.
Diversa la situazione dei frutteti protetti dalla rete antinsetto; in questo caso sono stati rilevati frutti infetti più tardivamente e comunque sempre in percentuali pressoché nulle fino ad oltre metà giugno, per poi gradualmente crescere sul finire della stagione ed arrivare a poco meno del 40% negli ultimi campionamenti di metà luglio.
Lotta bio: lanci autorizzati in ritardo, ma prosegue l’attività
Per quanto riguarda il controllo biologico, sono proseguiti anche quest’anno i lanci del parassitoide esotico Ganaspis brasiliensis nei venti siti autorizzati dal Ministero. Purtroppo, il tardivo rilascio dell’autorizzazione ha costretto la FEM ad eseguire la prima tornata di lanci solo a cavallo della metà di giugno, per cui non è ancora possibile disporre di dati relativi al suo insediamento e alle percentuali di parassitizzazione.
Per contro è stata accertata anche quest’anno la costante diffusione dell’altro parassitoide esotico, Leptopilina japonica, giunto spontaneamente nelle nostre aree, e rinvenuto per la prima volta in Europa proprio dal personale FEM nel 2019. I campionamenti eseguiti su frutta infestata proveniente da ciliegi selvatici hanno accertato non solo un’ulteriore espansione della sua presenza, ma anche un significativo incremento della percentuale di parassitizzazione passata da una media del 6% del 2021 ad una media del 20% di quest’anno. Nei siti di campionamento caratterizzati da una minor incidenza delle aree coltivate la percentuale di Drosophila suzukii parassitizzata è ancora maggiore, superando anche il 40%.
«Le tecniche di lotta biologica che stiamo attuando - evidenzia Ioriatti - non hanno l’obiettivo di instaurare un controllo diretto delle popolazione di Drosophila suzukii nel campo coltivato, dove difficilmente gli ausiliari potrebbero sopravvivere a causa dei trattamenti fitosanitari, bensì di controllare le popolazioni del moscerino nelle zone naturali dove questi trovano le condizioni favorevoli per il loro sviluppo.
Riducendo le popolazioni del moscerino asiatico in queste aree, si ridimensiona l’intensità di migrazione verso le colture, dando modo agli altri mezzi di lotta (reti, fitofarmaci, ecc.) di agire su popolazioni meno numerose e quindi in condizioni più favorevoli per rispondere alle aspettative dei produttori».
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