Melicoltura italiana tra difesa della produzione e commercializzazione

melicoltura italiana
Difesa fitosanitaria alla luce dell'abbassamento dei livelli massimi di residui e strategie di commercializzazione in evidenza a Fruit Logistica 2025

Difesa della produzione e commercializzazione sono le due grandi direttrici oggetto di discussione all'incontro “La melicoltura italiana: realtà e prospettive” che si è svolto nell’ambito della fiera Fruit Logistica di Berlino il 6 febbraio 2025, presso la Collettiva Italy allestita nei padiglioni della fiera. Sono intervenuti Elisa Macchi, direttore di Cso Italy, e Giovanni Missanelli, direttore di Assomela.

Problema prodotti fitosanitari

A livello produttivo, la preoccupazione maggiore è legata all’applicazione dei recenti e prossimi Regolamenti della Commissione Europea relativi all’abbassamento dei livelli massimi di residui (LMR) di alcuni agrofarmaci sui prodotti di origine vegetale o all’esclusione di determinati principi attivi dai programmi di difesa delle colture.

Emerge la concreta possibilità che vengano a mancare importanti mezzi di difesa contro le avversità biotiche (funghi ed insetti) che costituiscono una minaccia per l’ottenimento di soddisfacenti risultati quantitativi e qualitativi nei processi di produzione di frutta da parte dei coltivatori. Il direttore di Assomela, Giovanni Missanelli, ha riferito che questa situazione potrebbe provocare diversi rischi soprattutto nel settore della melicoltura, una delle referenze di punta del settore ortofrutticolo italiano.

«C’è bisogno di sensibilizzare la parte politica a Bruxelles, al fine di chiamare in causa e coinvolgere tutti gli attori della filiera, dalla produzione alla commercializzazione. Su aspetti come questi servirebbe maggiore ascolto e confronto, poiché le norme non possono essere calate dall’alto, lasciando gli agricoltori in balìa dei nuovi regolamenti, senza sapere come agire, con i tecnici in campo che non sanno a quali principi attivi posso affidarsi per applicare razionali strategie di prevenzione e difesa. Deve essere messa a disposizione di tecnici ed agricoltori una lista di principi attivi capace di produrre trattamenti efficaci, con una mitigazione del rischio ambientale. Solo la collaborazione e l’attivazione di sinergie fra le imprese produttrici/distributrici di principi attivi, le associazioni di produttori, i livelli burocratici della Commissione può elaborare strategie razionali, efficaci e sostenibili nella difesa delle produzioni».

La strategia di difesa dalle avversità deve poi accompagnarsi all’applicazione di mezzi per prevenire o combattere gli effetti del cambiamento climatico (reti antipioggia, antinsetto, antigrandine, sistemi per la protezione dalle gelate tardive, prodotti e mezzi per la mitigazione dell’eccesso di calore e di insolazione). I recenti problemi di proliferazione di funghi secondari che si sviluppano nelle celle di conservazione impongono l’adozione di sistemi di sanificazione del raccolto e delle strutture di conservazione.

Centralizzazione delle vendite e assortimento annuale

A livello commerciale, gli interventi al seminario e le reazioni raccolte alla fine dell’evento, hanno messo in evidenza alcune importanti linee guida.

Risultano fondamentali la centralizzazione delle vendite e un assortimento capace di coprire tutti e 12 i mesi dell’anno. A fianco dei brand storici (Melinda, la Trentina, Marlene, VIP), è importante spingere anche con i brand delle singole varietà club, come insegna lo storico marchio Pink Lady. L’esempio recente di Samboa dimostra come l’introduzione di nuove varietà caratterizzate da un inedito mix organolettico e portatore di un racconto di filiera sia un fattore di successo.

Gli attuali ritmi di vendita delle mele italiane, sia sul mercato interno che sul mercato internazionale (Nord Europa, Germania, Spagna, Medio oriente, Sud e Centro America, Canada) inducono ad un cauto ottimismo rispetto al piano di decumulo di una produzione 2024 superiore dell’8% a quella del 2023 (dati Assomela). È necessario ricordare che tale dinamica positiva delle spedizioni trova alcuni limiti nella situazione logistica e geopolitica attuale: alcuni mercati sono preclusi (Russia) o di difficile accesso (area mediterranea del Continente africano). L’assortimento varietale più articolato rispetto al passato e la presenza e sviluppo su mercati consolidati e di nuovo accesso permettono di “navigare” con successo oltre queste incertezze.

La possibilità di partecipare alla manifestazione di Berlino costituisce certamente un completamento di una strategia razionale di presenza alle fiere: all’inizio stagione la presenza alla tre giorni presso Fruit Attraction di Madrid (ottobre) costituisce un perfetto momento per ragionare con i clienti sulla programmazione delle vendite; la fiera berlinese è invece un momento ideale per impostare il programma della seconda parte della stagione, avendo a disposizione i dati sugli stock di fine gennaio.


I dati aggiornati della melicoltura italiana

«Le superfici a mele sono in Italia sostanzialmente stabili negli ultimi 10 anni, con 54.072 ettari registrati per il 2024 - ha riportato Elisa Macchi, direttrice di Cso Italy. La produzione nella campagna 2024-25 ha raggiunto i 2 milioni 351 mila tonnellate, segnando un +8% sulla campagna precedente e toccando il livello più alto dal 2015-16, con un 8% di produzione biologica. In dieci anni la quota dell’offerta di nuove varietà è passata dal 3 al 14% della produzione totale e da un volume di 70 mila ad un volume di 300 mila tonnellate. Il fenomeno è di assoluto rilievo e va a vantaggio della competitività della mela italiana sui mercati internazionali. Superano in quantità il gruppo delle nuove varietà solo le Golden, con il 31% (primato ancora solido ma tendenzialmente in calo), e le Gala, con un buon 18%.
In Italia - ha riportato Elisa Macchi - la mela è il frutto più acquistato dalle famiglie con una quota di oltre il 20% del totale della frutta fresca e un indice di penetrazione dell'83%. Notevolissimo il balzo compiuto dalle vendite di mele confezionate rispetto alle sfuse: nel 2016 le mele sfuse rappresentavano oltre l’80% del totale delle vendite, nel 2024 sono scese al 57% con il conseguente aumento al 43% del prodotto confezionato.
Passando alle esportazioni, la direttrice di CSO Italy ha ricordato che il 40% della produzione prende la strada dell’estero per un volume che sfiora le 850 mila tonnellate e un valore che si avvicina al miliardo di euro. Sono poco meno di 90 le destinazioni in cui arriva la mela italiana e il 42% del quantitativo esportato è destinato ai mercati extra-UE. Germania e Spagna sono le destinazioni principali. Rilevanti anche le vendite registrate in questi ultimi anni in Brasile, UK, Paesi Arabi e India, con l’Olanda che, nel mercato UE, ha preso margini su destinazioni come Francia, Danimarca e Svezia».

Melicoltura italiana tra difesa della produzione e commercializzazione - Ultima modifica: 2025-02-10T10:15:10+01:00 da Sara Vitali

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