In previsione di un finale d'estate ancora caldo e siccitoso, i rappresentanti di WAPA - l'associazione mondiale per le pomacee - dopo l’incontro al Prognosfruit avevano manifestato la necessità di fare già a settembre un aggiornamento delle previsioni produttive di inizio agosto, con riferimento in particolare alla Gala e alle altre varietà precoci.
In effetti, le preoccupazioni iniziali si sono puntualmente confermate: il quadro aggiornato, secondo i dati riportati da Assomela, restituisce dei dati rivisti a ribasso rispetto a quanto inizialmente previsto.
Per l’Italia, le stime di settembre indicano un abbassamento del 3% del raccolto inizialmente previsto (vedi tabella 1), che si traduce in una diminuzione della produzione di circa 70.000 t. Di queste, circa 23.000 t sono di Gala (- 6%). Il raccolto totale dovrebbe perciò assestarsi a 2.079.344 t.
Tabella 1 - Previsioni di produzione italiane a livello regionale
Fonte: Assomela/Cso. Dati aggiornati ad agosto 2022Scarica il pdf con le previsioni di produzione italiane distinte per varietà
Le stime produttive europee aggiornate
Per l’Europa, la produzione totale dovrebbe essere inferiore di circa 90.000 t e attestarsi a 12.076.000 t (rispetto ai dati riportati a inizio agosto, vedi tabella 2). Tutti i paesi, ad eccezione di Polonia e Repubblica Ceca, hanno rivisto a ribasso le proprie previsioni iniziali, ma, in particolare nel caso della Polonia, oltre a una quantità maggiore di prodotto destinata alla trasformazione, gli operatori prevedono che molte mele rimarranno sugli alberi, vista la mancanza di almeno il 50% di lavoratori stagionali che tradizionalmente arrivano dall’Ucraina. Revisione al ribasso per gli altri paesi principali produttori, primi fra tutti Italia, Francia, Germania e Spagna. Si teme in tutta Europa, visto il caldo eccessivo, una quantità di gran lunga superiore alla media di frutti dal calibro inferiore e con poco colore e quindi una maggiore quantità di merce da destinare all’industria di trasformazione.
Tabella 2 - Le stime di produzione di mele in Europa per il 2022 di mele
Scarica il pdf con le previsioni di produzione europee distinte per varietà
Oltre al caldo, preoccupa l'impatto dei costi ...
Al di là dell’abbassamento produttivo e della generale situazione di mercato, che al momento appare piatta con consumi assolutamente non soddisfacenti anche a causa del caldo che continua a insistere sull’intera Europa, tutti gli operatori hanno espresso fortissima preoccupazione per l’impatto dei costi, in particolare quelli legati all’elettricità, che stanno diventando insostenibili per un settore che ha nella frigoconservazione un elemento cardine. Per questo, in alcuni paesi, tra cui la Polonia, oltre ai frutti che potrebbero non essere raccolti, si prevede lo stoccaggio solo dei frutti migliori.
...e il regolamento sull'uso sostenibile dei fitofarmaci
Tra le questioni che rendono il settore particolarmente preoccupato c’è inoltre la bozza di regolamento Ue sull’uso sostenibile dei fitofarmaci (SUR), giudicato come assolutamente “insostenibile” se si vuole tutelare realmente la produzione e soprattutto garantire la sopravvivenza delle imprese agricole. I tagli previsti e le modalità di intervento proposte sono prevalentemente frutto di un approccio ideologico e semplicistico della Commissione, che sembra davvero non tenere conto dell’impatto devastante che il regolamento potrebbe avere sull’intero settore agricolo Ue. Per questo i produttori europei di mele auspicano una revisione profonda dell’impianto del provvedimento.
Il commento di Vip
L’estate bollente e siccitosa ha colpito l’intero comparto agricolo e non ha risparmiato quello delle mele, creando condizioni difficili alla partenza della campagna commerciale. Fabio Zanesco, direttore commerciale di VIP - l'associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta - dichiara in proposito: «Già poco dopo la fioritura e l’allegagione, ci è risultato chiaro che i volumi di produzione in Val Venosta sarebbero stati più bassi del normale potenziale produttivo e ora li stimiamo in circa il 15% in meno. Riguardo alle varietà, la contrazione dei volumi sarà più netta su quelle tradizionali e meno sulle mele club, perché per queste il calo della resa è compensato da un aumento programmato delle superfici di produzione.
La qualità attesa è buona, ma sarà necessario tenere l’attenzione puntata sulla conservazione, perché le alte temperature hanno portato le mele ad una maturazione anticipata. La sfida sarà quella di vendere nella prima parte della campagna le partite più mature e di conservare adeguatamente quelle che possono rimanere più a lungo nelle celle.
Si prospetta dunque una forte pressione iniziale sul mercato delle mele in questa campagna. Il mercato è saturo, con prezzi di vendita decisamente ridotti a fronte di costi in netta crescita. Con i costi delle materie prime e dell’energia alle stelle, i produttori sostengono almeno 10 centesimi in più al chilo di spese vive. I prezzi di vendita dovranno necessariamente crescere nei prossimi tempi, anche se non sarà facile trovare la quadra tra spinta inflazionistica e consumi fortemente sotto pressione».