Una situazione critica per la castanicoltura campana

Con il supporto del Servizio fitosanitario si tenta di contenere i danni del Cinipide

«La castanicoltura campana nel 2014 ha segnato un nuovo record negativo con una perdita produttiva che in vaste aree ha superato il 90%. Il danno è attribuibile in primis al cinipide galligeno ma anche al clima e ad altri fattori. La stima del danno complessivo nell’ultimo anno è pari a oltre 50 milioni di euro per la sola PLV agricola». Sono le parole di Davide Della Porta, del Centro Ricerca Oasis Srl di Torre le Nocelle (Av), interessato alla lotta biologica al cinipide.

In questo difficile contesto il Servizio fitosanitario della Regione Campania, sin dal 2008, ha adottato interventi urgenti per delimitare i focolai di cinipide, programmando interventi di lotta biologica. Nel 2012 è stata approvata una legge (lr 13 del 21 maggio 2012) con la quale si è dato via ad un intervento di lotta continuo e puntuale.

«Nel 2014 - ci riferisce Bruno Danise, responsabile del Servizio fitosanitario regionale, prima di iniziare la campagna di lanci è stato valutato il grado d’insediamento di Torymus sinensis in 49 siti, rappresentativi di quelli in cui i lanci erano stati ripetuti negli anni 2012-2013. Nei siti esaminati sono state prelevate circa 3000 galle che sono state isolate in idonei contenitori. I risultati ottenuti hanno evidenziato sfarfallamenti di adulti di T. sinensis in 30 siti con percentuali di parassitizzazione (adulti/galla) variabili da 0,03 a 0,96 %.

Le azioni di contrasto al Cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus) sono state integrate dai 184 rilasci di T. sinensis, effettuati nell’ambito del Progetto nazionale Bioinfocast, che hanno interessato l’intero territorio regionale. Tali rilasci sono stati integrati da ulteriori 163 rilasci forniti dal Dipartimento di "Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari" di Torino, quale seconda ed ultima annualità, di uno specifico progetto di collaborazione tra la Regione Campania e la predetta Università. Parte di tale fornitura è avvenuta sotto forma di galle per cui si è provveduto ad effettuare, presso il Laboratorio fitosanitario regionale, la fase di stoccaggio delle stesse galle nonché l’allevamento dei T. sinensis sfarfallati. Da tali galle è stato possibile eseguire 84 rilasci».

I siti di lancio sono stati individuati con l’ausilio di un modello teorico-pratico che crea delle griglie territoriali. Incrociando la mappa dei territori comunali campani in cui è presente il cinipide con la carta di uso agronomico del suolo, che individua le aree boschive con il Digital Elevation Model della Regione Campania, sono state estrapolate le aree con una quota compresa tra 250 e 1200 m slm.

«Sono state definite delle griglie di lancio (“piastrelle”) delle dimensioni 5 x 5 km - spiega Giuseppina Gargiulo del Servizio fitosanitario regionale -, per ciascuna delle quali è stata indicata la coordinata baricentrica. Utilizzando tali coordinate ci sono poi stati dei sopralluoghi in campo, al fine di verificare l’idoneità o meno del sito sulla base di determinati parametri: estensione del castagneto e contiguità con altri castagneti; % d’infestazione da cinipide (preferendo infestazioni alte o medio/alte); assenza di trattamenti chimici e di bruciatura dei residui; posizione strategica alla diffusione del T. sinensis (preferendo siti cacuminali)».

 

 

Una situazione critica per la castanicoltura campana - Ultima modifica: 2015-05-08T10:49:56+02:00 da Lucia Berti

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