Forte spinta al rinnovamento per i mandarino-simili

mandarino
Frutti di mandarino
Necessaria un’attenta valutazione delle nuove cultivar

Per il gruppo dei mandarino-simili diverse sono le innovazioni che il miglioramento genetico negli ultimi anni sta proponendo. Questa tipologia di agrumi ha in comune alcuni aspetti pomologici come la pezzatura media, la sbucciabilità, l’assenza di semi. Il breeding mondiale mira a selezionare nuovi genotipi che abbiano caratteristiche simili per ampliare il calendario di commercializzazione. Questi derivano da programmi di miglioramento genetico che utilizzano diverse tecniche, in particolare:
• la linea di ricerca dei triploidi ha avuto un forte impulso nell’ultimo decennio e vede diversi gruppi di ricerca a livello internazionale che lavorano su questa tipologia di agrumi. In prima linea c’è il miglioramento genetico italiano, che con il CREA di Acireale ha selezionato ormai da decenni diverse varietà che hanno incontrato pareri non sempre favorevoli tra tecnici e produttori;
• gli ibridi ottenuti con programmi di miglioramento genetico classico hanno il limite di produrre frutti che presentano semi, aspetto non valutato positivamente dai genetisti in quanto non apprezzato dai consumatori;
• gli ibridi ottenuti attraverso l’irradiazione con raggi gamma di vecchie varietà di mandarini (come Fairchild, Murcott, Moncada, ecc. ma anche clementine come Nules) ricche di semi, presentano pochi o nessun seme. L’irradiazione consente una serie di vantaggi come l’assenza di spine, il superamento della fase di giovanilità, la precoce entrata in produzione, frutti apireni, pur mantenendo le stesse caratteristiche della pianta di origine.
A queste tecniche si devono aggiungere le varietà ottenute per mutazione spontanea, fenomeno abbastanza comune per gli agrumi, che ha consentito di ottenere nel corso degli anni tante cultivar.
In questo gruppo rientrano i satsuma, che annoverano varietà ed ibridi, accomunati da frutti di grossa pezzatura, di facile sbucciabilità ed apireni. Il sapore dei frutti è medio, buona la succosità. La varietà Miyagawa è quella più diffusa, si raccoglie a partire tra la III decade di settembre e la I di ottobre, il frutto è di buona pezzatura e succosità, apireno; la buccia è sottile (suscettibile ad attacchi di mosca mediterranea) ed aderente alla polpa, ma di facile sbucciabilità. Negli ultimi anni la concomitanza sul mercato di nuove varietà di clementine precocissime ha determinato una crisi di questa specie che ormai non è più impiantata.
In questo gruppo tra le novità c’è Queen, varietà di satsuma tardiva che presenta caratteristiche pomologiche interessanti, ma che dal punto di vista commerciale subisce la concorrenza delle produzioni di clementine tardive. Altra varietà tardiva di origine sudafricana è Sonet, ibrido tra Nova e satsuma, ma che non suscita interesse sul mercato vista la concomitanza delle nuove cultivar di clementine.
Altre varietà derivate dal satsuma, ottenute negli anni ’90, sono una serie di ibridi di mandarini come Primosole, Desiderio, Etna, Simeto e Sirio, che presentano caratteristiche simili e si differenziano per l’epoca di maturazione, ma che hanno avuto scarsa diffusione soprattutto per l’epoca di maturazione concomitante con Clementine comune e cloni simili o derivati.
In questo gruppo rientrano i mandarini come Avana, a maturazione intermedia, ormai abbandonato per l’eccessivo numero di semi, per l’alternanza di produzione e per la pezzatura piccola. Nella fase tardiva si raccoglie Tardivo di Ciaculli, con frutti di sapore gradevole, molto aromatici, di facile sbucciabilità, con pochi semi, particolarmente interessante per l’epoca di maturazione.
Nella categoria degli ibridi si annoverano una serie di specie che derivano da incroci di agrumi a frutto piccolo, provenienti dalle più importanti aree agrumicole mondiali. Tra questi ricordiamo Nova, produttivo, con frutti di buona pezzatura, notevole contenuto in succo e sapore particolare. Può essere oggetto di impollinazione incrociata se vicina a varietà compatibili; si sbuccia con difficoltà. Da questa è stata ottenuta in Sudafrica, per irradiazione, Mandanova, che presenta frutti con caratteri simili al Nova, ma privi di semi. Il periodo di maturazione è simile a quello della progenitrice per cui si scontra con la produzione di clementine.
Nella fase medio-tardiva un certo interesse suscita Afourer conosciuto come Nadorcott: deriva da un semenzale di Mandarino Murcott rinvenuto in Marocco, i frutti sono di colore arancio intenso, facili da sbucciare, soggetti a impollinazione incrociata, che qualora si verifichi determina la presenza di semi nei frutti; la buona succosità e l’elevata acidità consente la raccolta a febbraio. Per irradiazione di gemme di Nadorcott è stato poi ottenuto Tango che alle caratteristiche del suo progenitore aggiunge l’assenza di semi, data la minore sensibilità agli incroci con varietà intercompatibili. Sempre da irradiazione del Nadorcott è stato ottenuto Mor.
Una certa diffusione l’ha avuta Fortune, che presenta frutti di buona pezzatura, succosi, un po’ aciduli, senza semi; può essere soggetto ad impollinazione incrociata se posta vicina a varietà compatibili; si può raccogliere a partire da marzo, quando l’acidità tende a diminuire.
Tra gli ibridi ottenuti negli ultimi anni si ricorda Moncada, che deriva da un incrocio tra clementine Oroval e mandarino Kara, che presenta pianta a portamento aperto, vigorosa, con frutto di grosse dimensioni e molti semi, ridotti nella varietà irradiata (Moncalina); si raccoglie da fine gennaio.
Dall’Università di Riverside in California è stato selezionato Gold Nugget, ibrido tra Kincy e Wilking, apireno, con pianta di elevata produttività, con frutto a maturazione tardiva (febbraio-marzo), elevato grado zuccherino, buccia di colore giallo pallido. La produttività è elevata tanto da imporre il diradamento manuale per ridurre il numero di frutti, sia per conseguire pezzature adeguate che per evitare il fenomeno dell’alternanza di produzione.
Un’altra varietà a maturazione tardiva è Orri, selezionata dal centro Volcani in Israele; deriva dall’irradiazione di Orah, varietà ottenuta da un incrocio tra mandarino Temple e mandarino Dancy, presenta un frutto a maturazione tardiva (si raccoglie da febbraio a maggio); la buccia è di colore arancio-giallo e facile da sbucciare, ottimo il sapore.

Forte spinta al rinnovamento per i mandarino-simili - Ultima modifica: 2016-05-02T16:06:02+02:00 da Lucia Berti

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