Il dinamismo della fragola coltivata nell’area mediterranea

DOSSIER FRAGOLA/2

La fragola rappresenta una dimensione economica importante per tutti i paesi Europei e riflette una valida prospettiva di sviluppo economico per diverse aree rurali, soprattutto grazie ai prezzi tendenzialmente elevati non solo per il mercato fresco e in alcuni casi anche per l’industria di tras


Bruno Mezzetti
Dipartimento di Scienze Ambientali e delle Produzioni Vegetali Università Politecnica delle Marche, Ancona

La fragola rappresenta una dimensione economica importante per tutti i paesi Europei e riflette una valida prospettiva di sviluppo economico per diverse aree rurali, soprattutto grazie ai prezzi tendenzialmente elevati non solo per il mercato fresco e in alcuni casi anche per l'industria di trasformazione. Tuttavia, la coltivazione della fragola richiede una specializzazione e conoscenza tecnica molto elevata, che con gli elevati costi energetici e l'elevato fabbisogno di input esterni, rendono questa coltivazione estremamente rischiosa se programmata e realizzata in modo non appropriato a seconda dell'ambiente, della tecnica di coltivazione ed anche del mercato di destinazione (non tanto fresco e trasformato, ma soprattutto distribuzione locale o GDO, in stagione o fuori stagione).

L'ormai quasi continua disponibilità, durante l'anno, di fragole fresche è garantita dallo sviluppo di nuove tecniche di coltivazione e varietà che hanno permesso di espandere la coltivazione in diverse aree del sud d'Europa in grado di approvvigionare i diversi mercati europei dall'inizio  dell'anno fino al periodo che rispetta la stagionalità delle diverse aree del centro-nord Europa. Produzioni autunnali sono diffuse in diversi paesi, anche in Italiani (Veronese), che prevalentemente grazie a tecnologie particolari di coltivazione (fuori suolo - piante programmate) riescono a coprire il mercato da settembre fino anche dicembre.  Questa diversificazione della coltivazione e della produzione è garantita non solo dalle tecniche ma soprattutto dalle varietà utilizzate, sempre più selezionate per la loro adattabilità all'ambiente, al sistema di coltivazione ed anche al mercato di destinazione.

Nel sud d'Europa (principalmente Spagna e Italia) le tipologie di coltivazione si differenziano per le loro caratteristiche di adattabilità pedo-climatiche ed organizzative standardizzate e legate a varietà che bene si identificano per la loro origine genetica - ambientale, anche se la loro scelta è spesso legata alle strategie dei gruppi operanti in aree specifiche e in grado di controllare l'intera filiera di produzione proponendo quindi le loro varietà.

La fragolicoltura dell'Italia meridionale, fin dal suo sviluppo, è sempre stata dominata da importanti varietà californiane ottenute dall'Università della California (Davis), come Tioga, Aliso, Douglas, Chandler, Pajaro e Camarosa, tutte con piante a basso fabbisogno in freddo invernale; tra queste, l'ultima (Camarosa) è quella che ha avuto maggiore successo e diffusione in molti paesi tra cui quelli mediterranei e soprattutto la Spagna. Ultimamente il ruolo delle varietà originate a Davis sta perdendo importanza in diversi Paesi, fra cui anche la California, a seguito della forte competizione di varietà ottenute da altri programmi di selezione. Fra l'altro, la recente varietà Ventana, che si presentava inizialmente con grandi aspettative per l'epoca di maturazione molto precoce e la notevole pezzatura e consistenza dei frutti, non si è mai pienamente affermata a causa di diverse problematiche che ne riducono la produttività. Anche la recentissima Palomar, sempre ottenuta a Davis, non sembra destare in California un grande interesse. Sempre dall'Università della California sono anche le prime novità rifiorenti di interesse per questo areale. È il caso di Albion che a soli 4 anni dalla sua diffusione commerciale è già la varietà dominante della fragolicoltura californiana. Nessuna altra varietà in precedenza si era affermata in modo così rapido in California. In Italia, Albion è stata già valutata su ampia scala negli ambienti sia meridionali che settentrionali; si conferma interessante per il lungo periodo di raccolta, con frutti di elevate caratteristiche qualitative; ma la produttività non è sempre costante e la colorazione dei frutti può divenire troppo intensa, non uniforme (spesso con base quasi bianca). Di recente (2007) sono state diffuse altre tre nuove varietà rifiorenti californiane (Monterey, San Andreas e Portola), che però ancora non riscuotono un particolare successo nell'areale mediterraneo.

Driscoll Strawberry Associates e Plant Sciences, Inc./Berry Genetics rappresenta la principale 'Multinazionale' della fragola, in grado di coprire nei diversi areali dove opera l'intera filiera dalla ricerca della varietà alla commercializzazione del prodotto fresco. Questa azienda ha recentemente iniziato ad operare anche in Europa mediante l'avvio di succursali europee, come ad esempio BerryPort in Portogallo, dove su superfici già abbastanza elevate sta introducendo nuove varietà esclusive, tra cui San Juan, Lanai, Aguora, El Dorado, Magdalena e Camarillo (Driscoll) e Comminent, Virtue, Splendor, Promise e Valor (Berry Genetics). La gestione di queste varietà è condotta in esclusiva con la modalità dei “club”; in pratica, solo i produttori che aderiscono completamente alle regole del club possono coltivare queste varietà. Le varietà di Driscoll sono presenti anche in Europa e poste sui mercati col marchio “Berry Garden”. Questa impresa non è ancora presente in Italia perché trova il nostro paese di difficile penetrazione, ma gli investimenti in altri paesi EU (principalmente UK, Portogallo e in parte anche Spagna) stanno diventando molto consistenti.

Sempre nell'area mediterranea di interesse sono anche alcune varietà originate dalla Florida, quelle finora più comunemente conosciute sono Sweet Charlie (1992) e Strawberry Festival (2000), ma tra le 2 recenti diffusioni (2008) di Fortuna ed Elyana, la prima sembra di maggiore interesse per il ciclo di fruttificazione complementare a quello di Festival, con frutto mediamente grosso, consistente, di bell'aspetto e di buon sapore. La pianta è resistente ad antracosi, ma suscettibile a Phytophthora cactorum. Furtuna sembra ora riscuotere un particolare interesse presso molte aziende dell'areale di Huelva.

Dal 1996, quando fu rilasciata dal Dott Voth (UC Davis), Camarosa è stata la varietà prevalentemente coltivata in California ed anche nelle principali aree di coltivazione mediterranee, in particolare quella di Huelva. Il recente declino del successo di questa varietà è dovuto alla diffusione di tante nuove varietà ma soprattutto è legato alla diffusione 'Sabrosa' (Candonga®) una nuova varietà ottenuta dal gruppo Inotali, che vede l'unione della forza di ricerca e produzione di importanti aziende Francesi e Spagnole quali Darbonne e Planasa, che sta cercando di allargare lo spazio di mercato anche con l'introduzione di altre varietà importanti quali 'Carmela', 'Macarena' e 'Cristal' adattabili ai microclimi tipici del Mediterraneo.

Candonga ®Sabrosa rimane per ora la più apprezzata soprattutto per le notevoli ed apprezzate caratteristiche qualitative del frutto. Attualmente, è l'unica varietà con frutti che uniscono bell'aspetto, elevata dolcezza e consistenza della polpa con lunga “shelf-life” dopo la raccolta. L'aspetto più limitante di questa cultivar è legato all'epoca di maturazione piuttosto tardiva, ma soprattutto alla non sempre elevata e costante produttività della pianta. Alcuni accorgimenti tecnici, come l'anticipo dell'epoca di piantagione, unito all'impiego di materiale vivaistico di grande qualità, e anche l'adozione di piante fresche “cime radicate”, consentono di attenuare questo limite che preoccupa i produttori per il rischio di non raggiungere soddisfacenti livelli produttivi.

In Spagna sono attivi altri 2 programmi di miglioramento genetico, uno pubblico e l'altro privato. Quest'ultimo è il più recente (avviato nel 1999) ed è condotto da Fresas Nuevos Materiales S.A. (“FNM”) e finanziato principalmente dai produttori associati di Huelva. La prima varietà diffusa da FNM è Coral (2004), rinominata successivamente Rociera, che sta avendo un certo successo grazie alle notevoli caratteristiche qualitative del frutto, dolcezza e consistenza in particolare. Positivi sono risultati i primi riscontri sperimentali effettuati nelle aree meridionali italiane, soprattutto in quelle Campane. Più recentemente è stata diffusa Primoris a maturazione molto precoce, e Antilla di cui si attendono i primi riscontri sperimentali su larga scala nelle aree sia di Huelva che italiane. FNM è una società costituita dalle principali associazioni di produttori spagnole che, oltre a condurre direttamente, dal 1999, un proprio programma di breeding, cofinanzia il progetto pubblico spagnolo che vede la partecipazione dell'Instituto Andaluz de Investigación y Formación Agraria y Pesquera (IFAPA) del Ministero dell'Agricoltura, con l'intervento anche dell'azienda Freshuelva Viveristas. Il programma è attivo dal 1994 e le prime varietà realizzate (Calderona, Andana, Carisma, Marina e Medina) hanno avuto limitato successo presso i produttori spagnoli. Recentemente sono state diffuse commercialmente Aguedilla, Amiga e Fuentepina. Tutte queste presentano caratteristiche interessanti ma trovano per ora una diffusione molto locale.

Da tempo, anche la ricerca italiana si sta muovendo per ottenere varietà pienamente adatte alle aree meridionali da porre in competizione a quelle californiane e spagnole. Il programma privato del CIV di Ferrara, che ha ottenuto in passato varietà di un certo successo come Tethis e Naiad, in occasione del recente Convegno di Marsala ha presentato due nuove varietà adatte agli ambienti meridionali: Siba e Kamila. La prima, a maturazione precoce, è caratterizzata da pianta rustica e vigorosa, adatta ad essere coltivata come pianta sia frigoconservata che fresca. Il Progetto di breeding pubblico “Frutticoltura”, avviato dal Mipaaf (1993-2003), ha recentemente diffuso commercialmente tre nuove varietà (Kilo, Nora e Palatina) adatte agli ambienti meridionali. Nora è risultata di particolare interesse per aver mostrato una buona adattabilità sia agli ambienti meridionali (marsalese e metapontino in particolare), sia a quelli settentrionali, come il veronese. Kilo unisce elevata produttività della pianta ad una notevole precocità di maturazione, simile a quella di Ventana; la pianta è rustica e tollerante ai principali patogeni dell'apparato radicale. Il frutto è di colore rosso brillante, mai scuro, di forma conico-allungata, molto regolare grazie all'elevata fertilità pollinica che consente una perfetta impollinazione anche nel periodo invernale. Palatina, a maturazione intermedia, simile a Camarosa, ha un frutto di elevata consistenza e dolcezza della polpa, unito a forma molto allungata, non sempre regolare, soprattutto nel periodo invernale.

In questa analisi dell'evoluzione della coltivazione della fragola nell'area mediterranea si può rilevare che le principali tendenze tecnologiche seguite negli ultimi anni sono: a) tentativi di  aumentare la precocità di raccolta mediante un anticipo di piantagione a fine Settembre inizio di Ottobre; b) partecipazione massiva degli agricoltori ai sistemi Regolamentari o Volontari di Certificazione; c) ristrutturazione dell'utilizzazione delle varietà, però sempre con varietà a giorno corto; d) nuovo e difficile adattamento della coltura al suolo senza il “bromuro di Metile” (BM) dall'estate 2007.

Tutti questi fattori interagiscono con la nuova crisi economica che ancora non sappiamo come influenzerà la coltivazione della fragola, anche se i primi conflitti sociali in merito alla selezione dei lavoratori nazionali o stranieri cominciano ad apparire sui mezzi di comunicazione e con la nuova era senza BM, proibito in tutta la UE dal 2007 (usi critici per BM zero), congiuntamente alla minaccia a breve termine della proibizione di altre molecole fumiganti di ampio utilizzo come il 1,3-D, rendono il panorama imprevedibile.

Questa pesante situazione tecnica-sociale che sempre più interessa i paesi europei sta aprendo notevoli prospettive di sviluppo della coltura della fragola in diversi paesi sempre dell'area mediterranea, primo tra tutti è la Turchia dove si stanno diffondendo diverse delle varietà prima citate ma anche altre sviluppate da programmi nazionali; queste produzioni fortunatamente per problemi strutturali e logistici sono più indirizzati a mercati dell'est ed hanno ancora poco impatto sul mercato europeo. Più insidiose invece si presentano le importanti produzioni di fragola che si stanno sviluppando in paesi a sud del mediterraneo, in particolare Egitto e Marocco. La produzione di fragola in Egitto sta diventando veramente molto importante, ora basata su aziende molto grandi, vedi esempio dell'azienda Magrabi Agriculture che con 250 Ha di fragole è in grado garantire una continuità di fornitura di prodotto fresco da Ottobre a Giugno, fortunatamente ora principalmente sui mercati Olandesi e Inglesi, con un ruolo molto importante nel periodo da Novembre a Gennaio quando ancora manca la produzione Spagnola. Rilevante è anche il loro ruolo nel garantire continuità di fornitura quando per condizioni climatiche particolari manca il prodotto spagnolo (ad esempio quest'anno ha già perso quasi un mese di produzione). Le varietà coltivate sono prevalentemente di origine Israeliana ma notevole è anche la presenza delle varietà Californiane, con Camarosa ancora importante ma già in via di riduzione. La fragola egiziana già raggiunge mercati anche molto più distanti, quali il Medio Oriente, il  Sud Africa e in alcuni casi anche la Russia, e si muove quasi esclusivamente in aereo, per questo motivo viene indirizzata sui mercati in grado di sostenere questi costi.

Di interesse è anche la situazione del Marocco, sicuramente più dipendente da quella spagnola, infatti al fine di proteggerla si hanno delle tasse doganali ridotte fino alla fine di Febbraio ma poi crescono ad inizio Marzo quando inizia la produzione del Sud Europa. Il periodo di raccolta in Marocco non è poi così anticipato rispetto a quello di Huelva, tuttavia in questi ultimi anni è risultato molto meno vulnerabile ad eventi climatici 'estremi' che invece hanno caratterizzato l'area di Huelva. Per questo motivo, oltre che per le minori problematiche relative alla disinfezione del suolo, un numero abbastanza elevato di grandi produttori spagnoli hanno già trasferito la loro produzione in Marocco cosi da garantirsi un periodo più lungo di presenza sul mercato con la stessa tipologia di frutto, essendo la situazione varietale molto simile a quella descritta per la Spagna.

Il Marocco ha il vantaggio di un buon sistema viario e un facile collegamento via mare con l'Europa, ma non ha infrastrutture molto efficienti come invece già ci sono in Egitto ed anche leggi adeguate a favorire investimenti a lungo termine.

La produzione della fragola in questi areali sembra veramente dinamica ed in rapida evoluzione e può essere facile pensare che in poche decine di anni le produzioni intensive fuori stagione saranno sempre più localizzate nelle pianure fertili del Nilo invece che in quelle del Guadalquivir.

DOSSIER FRAGOLA/2 - Ultima modifica: 2012-09-25T11:06:55+02:00 da Redazione Frutticoltura

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